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Comunali, Marino primo nei sondaggi§Ma crolla il Pd, Alemanno insegue

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La battaglia dell'annuncio ad effetto. E la guerra dei numeri. A meno di venti giorni dall'apertura delle urne, arriva il sondaggio Tecné. Due le conferme: la partita per il Campidoglio avrà bisogno dei tempi supplementari del ballottaggio del 9 e 10 giugno; in testa sempre il candidato sindaco del centrosinistra, Marino. Che stacca di due punti l'uscente Alemanno. La novità è rappresentata dal crollo del Pd e dalla costante crescita del Pdl. E dal fatto che dei nomi in campo solo il civico Marchini riesca a sfondare il perimetro della sua coalizione.

LE COLPE DELLE SCELTE NAZIONALI - Lo studio, pubblicato da Omniroma, è stato realizzato ieri su un campione di mille romani. Con un margine di errore che va del 3 per cento. La classifica degli indici di gradimento la guida sempre il senatore dem, che conquista 35 preferenze su 100. La sensazione è che Marino paghi a livello locale il caos del partito sul nazionale. La questione dell'elezione del presidente della Repubblica, prima con la spaccatura sul nome del costituzionalista Rodotà e poi con i 101 franchi tiratori che silurano l'ex premier Prodi, e le dimissioni della segreteria lasciano il Pd nel caos.

MILITANTI DEM DISORIENTATI - Poi il governo delle larghe intese guidato da Enrico Letta, che sancisce la rottura del patto di ferro con Sel. Infine il caos liste nei Municipi di Roma, con il blitz dei popolari che decapita i vertici legati all'area Bersani-Zingaretti. Gli elettori, stando al sondaggio Tecné, annotano e si schierano: la coalizione di centrosinistra, infatti non arriva alla soglia psiicologica del 40 per cento, fermandosi a 37,5 punti.

NEI SONDAGGI GIU' SEL E PD - Con il crollo dei democratici, rispetto alle regionali di febbraio, che è del 7 per cento (oggi è al 25,9). La lista civica di Marino raccoglie gli stessi consensi di quella Zingaretti per la Pisana: 5,8 per cento. Mentre Sel passa dal 4,53 al 3,6. Un punto che lascia per strada anche il Centro democratico di Tabacci.

LE MOSSE ELETTORALI CHE PAGANO - Staccato il primo cittadino di due punti, che insegue Marino con 32,9 punti percentuali. Poco meno di mezzo punto al di sotto della sua coalizione. Crescita che si spiega con le utlime due mosse elettorali del sindaco uscente: un bando per l'assunzione di 362 persone, nononstante non siano ancora stati stabilizzati i 200 precari storici del Comune, e l'abolizione dell'Imu per 376mila famiglie romane. Che arriva dopo la decisione del sindaco, lo scorso anno, di alzare al massimo le aliquote; mentre oggi i soldi arrivano con l'aumento delle tasse: a partire dalla revisione degli estimi catastali (100 milioni di euro).

CRESCE IL PDL, CALANO FDI E DESTRA - Altri 40 milioni dovrebbero arrivare dal recupero dell’evasione Ama. Soldi che però sono tutti da trovare. Nella battaglia contro l'imposta sulla casa l'alleato di Alemanno si chiama Berlusconi, con il Cavaliere che mette alle stretta il governo per cancellarla a tutti. La scelta paga. E vale una crescita di 8 punti rispetto rispetto al 17,3 per cento delle preferenze portato a casa alle regionali di due mesi fa. Perdono posizioni Fratelli d'Italia e La Destra: il partito di Giorgia Meloni e Fabio Rampelli si attesta sul sull'1,6 (dal 3,44) e quello di Francesco Storace sul 2 per cento, dimezzando i suoi voti. La scelta di FdI di stare all'opposizione, evidentemente, non da' i risultati sperati.

LA CRISI DEL M5S - In doppia cifra il civico Marchini e il portavoce dei Cinquestelle De Vito. Il primo viaggia sul 11,3 per cento: l'unico a sfondare il perimetro della sua coalizione. Che però non va oltre l'8,4. Marcello De Vito resta sul 14,8 per cento. Grillini sono in flessione di 2 punti. E comunque lontani da oltre i 20 punti ottenuti alle politiche. Non bastano le promesse di lotta agli sprechi e alla casta. Dopo la mossa Rodotà presidente, il M5S si incarta sulle Commissioni parlamentari e sulla diaria, che qualcuno vuole tenere. Per questo oggi a Roma arriverà il leader Grillo, che vuole serrare le file in vista del voto per il Campidoglio.

ASTENSIONE AL 30% - Il quinto in classifica è Sandro Medici. L'indipendente di sinistra, che corre con Repubblica romana, ha gli stessi consensi della sua squadra: 2,5 per cento. Tutti gli altri sono sullo zerovirgola. Ma il vero primo partito, anche stavolta, si conferma quello degli astensionisti e indecisi. Insieme rappresentano un terzo dell'elettorato capitolino. Che potrebbe anche cambiare i rapporti di forza. 


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