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Ponte Milvio, il quartiere della movida§tra degrado e sosta selvaggia

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Ora che pure il chioschetto ha riaperto battenti, sembra sia arrivata l'estate a Ponte Milvio. Lo storico baretto che iniziò la scalata della zona nord della città nelle classifiche dell'aperitivo glamour, oggi è un puntino luminoso di una ben più grande costellazione. Gli ampi spazi di un quartiere che di notte è frequentato più ancora che durante il giorno, sono pronti, al calar del sole, ad accogliere centinaia di ragazzi, nonostante i lucchetti del tandem Moccia-Muccino siano stati trasferiti da tempo. Qui, dove giovani e motorini scalpitano allo scoccare degli happy hour e anche i più compassati manager del ceto imprenditoriale si rilassano per l'aperitivo completo a bordo marciapiede, la Roma da bere ha infilzato la bandierina della sua movida notturna.

Il COMITATO - E così al posto di banche, negozi e librerie, spuntano come funghi bar, locali e ristoranti. "Non si tratta di sola sosta selvaggia" dicono i portavoce del comitato Abitare Ponte Milvio Paolo Salonia e Eduardo Micheletti, per i quali alla base di tutto ci sarebbe "un problema culturale, di un modello fasullo che non prevede riferimenti alternativi". Che in quest'area stia cambiando il vento lo si era capito sin dalla Cassia dove sono nate in pochi mesi sette sale da gioco e la cartellonistica pubblicitaria non risparmia di ammiccare ai sexy shop e mentre i 6x3 già campeggiano anche a Ponte Milvio, rumors dicono che altre sale gioco apriranno pure qui. "Dalle sei di pomeriggio si serve da bere anche ai minorenni" e non è più solo leggenda di quartiere quella dello "specchietto dello scooter che i vigili trovavano reclinato", usato per sniffare sostanze stupefacenti. Deregulation è la parola d'ordine.

 IL VECCHIO MERCATO - Chi ricorda piazzale Ponte Milvio del passato ricorda pure l'ampio mercato alimentare che un bel giorno venne chiuso e spostato al coperto per far spazio ad un parcheggio a pagamento; del resto i proprietari dei lussuosi palazzi costruiti di fronte all'ex-mercato storcevano il naso. All'epoca, raccontano, i residenti si lamentarono che i capannoni chiusi una volta finito il mercato, somigliavano molto a un campo profughi. La soluzione al coperto però non sembra piacere agli amanti della spesa che non lo frequentano più come una volta. La piazza, in compenso, è tutta un fiorire di chioschi. Ce n'è uno che ha cambiato tante destinazioni, doveva essere un fioraio, poi un bar e infine ha optato per una boutique di vestiti usati.

"I vigili non controllano", spiegano i membri del comitato che hanno perlustrato la zona in lungo e in largo, scorgendo in via Flaminia Vecchia, pedane sul marciapiedi dei locali notturni che dovrebbero essere rimovibili e invece sono realizzate in cemento. All'occhio attento dei residenti non è sfuggito nemmeno il traffico indisciplinato in via Riano (sede dell'attuale mercato) che ha cambiato svariate volte i sensi di marcia fino a raggiungere per par condicio un doppio senso che crea solo caos vista l'esigua larghezza della strada.

LE INTERROGAZIONI - Eppure in Municipio non è che non sappiano nulla di tutto questo. Alla giunta Giacomini, prima che decadesse in seguito a voto di sfiducia, il Comitato Abitare Ponte Milvio ha presentato tre interrogazioni civiche, alle quali il presidente, pur avendone il dovere, non ha mai risposto. Una prima era sul processo deliberativo (delibera numero 57), un'altra sull'occupazione del suolo pubblico e sul piano del commercio e un'altra ancora su degrado, traffico e sosta selvaggia in via Riano. A pochi metri da via Riano un tempo sorgeva il teatro Aurora, smantellato pochi anni fa a favore di un lussuoso hotel 5 stelle. Non si tratta solo di flussi di traffico (tutta Roma nord refluisce a ponte Milvio per raggiungere il centro), né di occupazioni di suolo pubblico (anche le piste per ciechi sono nascoste dalle bancarelle del mattino), dunque: a Ponte Milvio non esiste una biblioteca, né un centro culturale. Per il primo presidio culturale il Comitato Abitare Ponte Milvio sta dandosi da fare. Ne hanno proposta una al preside dell'Istituto tecnico Bernini, nella cui aula magna si riuniscono i membri per le riunioni, ma nonostante l'ok, servono i fondi per ristrutturare i locali.

IL PORTAVOCE - "Il degrado – dice il portavoce Paolo Salonia – è da intendere in senso più generale, non solo fisico ed è legato al malgoverno di chi è alla guida della città e alla connivenza tra amministratori e poche categorie di commercianti". Ora è tempo di elezioni, ma presto sarà quello del confronto con l'amministrazione eletta. Il Comitato, insieme agli altri della zona di Roma Nord (tra questi il Comitato di quartiere Karol Wojtiyla-Prima porta, il Comitato via Gradoli, il Comitato cittadino per il XX Municipio), pensa a un elenco condiviso di richieste da sottoporrà lunedì prossimo ai candidati del XV Municipio, al teatro della Chiesa di San Giuliano in via Cassia 1039, alle 19.


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