Fanno discutere le dichiarazioni del sindaco Alemanno sulla sicurezza: "Serve anche uno sceriffo" ha detto. Per il candidato sindaco Sandro Medici "Alemanno continua ad agitare lo spauracchio della sicurezza dopo aver vinto in questo modo la campagna elettorale del 2008 e non aver poi in questi cinque anni risolto nulla" mentre "i problemi di criminalità non si risolvono certo con la militarizzazione della città né con esibizioni muscolari che portano semmai soltanto a un'intensificazione di questi fenomeni, a cui abbiamo assistito di recente". "Per sconfiggere la paura - conclude il candidato sindaco - bisogna semmai lavorare sulle politiche sociali, di inclusione, abitative e occupazionali e rilanciare dopo il quinquennio buio la cultura e la produzione culturale nella capitale". Il candidato sindaco Alessandro Bianchi risponde così ad Alemanno: "Gli ricordo che a proposito di regole e certezza della pena la materia è ordinata dalle leggi dello Stato, che la criminalità in città ha superato il livello di guardia in particolare per ciò che attiene alle infiltrazioni mafiose. Il miglior deterrente contro la criminalità legata alla marginalità è dato dalla rivitalizzazione degli spazi pubblici: piazze, cinema, teatri, musei, biblioteche, centri d’aggregazione. Insomma, una città viva, che non lasci i giovani allo sbaraglio e, assieme, che impedisca il proliferare della grande criminalità organizzata. E’ quello che dovrebbe fare un sindaco. Alemanno lasci perdere i film di John Wayne e prenda atto che Roma non ha bisogno di uno sceriffo, ma di un sindaco".
Secondo Gianluca Peciola, candidato Sel al consiglio comunale, le politiche securitarie di Alemanno “contro gli ultimi” come rom e lavavetri, “hanno consentito alle mafie di radicarsi” mentre Roma avrebbe bisogno “di politiche di inclusione sociale e di rilancio dell’economia e dell’occupazione”. Per il deputato Pd Marco Miccoli “Alemanno ha cercato di speculare sul tema della sicurezza rimanendone ora travolto e questo indipendentemente dalla stella da sceriffo che avrebbe voluto appuntarsi sulla giacca”. Più duro il commento di Gemma Azuni, candidata al consiglio comunale con Sel: “Se Roma è diventata una città del West lo dobbiamo solo ad Alemanno. Una città di frontiera con tanto di assalti alle diligenze. Zero regole e totale disattenzione per le persone oneste e che tutti i giorni lavorano per migliorare la Capitale”. Per Elisabetta Parise, candidata al consiglio comunale per la Lista Marchini, “sarebbe bastato applicare e far osservare con più attenzione le regole che già ci sono per evitare una sequela di scandali che hanno investito proprio il Campidoglio”.
IL CENTRODESTRA - La pensa diversamente Giorgio Ciardi, il delegato del sindaco per le politiche della sicurezza: “L’attività svolta nell’ambito delle competenze istituzionali, il potenziamento del Corpo della Polizia Locale di Roma Capitale – dice - nonché il rafforzamento degli interventi interforze coordinati dalla Prefettura sono stati elementi decisivi per raggiungere questi risultati certificati anche dall’importante calo dei reati nonostante l’acuirsi della crisi economica e dei suoi contraccolpi sociali”. Sulla questione interviene anche il vice presidente della commissione sicurezza di Roma Capitale, Roberto Cantiani (Pdl): "I solerti esponenti di sinistra facciano uno sforzo e leggano i dati Eurispes sulla sicurezza a Roma - dice - apprenderanno che la Capitale è poco o affatto pericolosa, sia in assoluto che comparativamente ad altre realtà omologhe, in Italia e all' estero. Se poi volessero approfondire l’argomento, scoprirebbero che i reati sono calati del 14 per cento rispetto al 2008. Questi sono fatti. Dal Pd invece registriamo ancora la becera propaganda di chi, alla frutta, cerca visibilità in tutti i modi".