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Il Pd e le "Carte segrete" di Bettini§"Marino lasciato solo dal partito"

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Quattro anni di silenzio. Dalla sconfitta di Veltroni, alle amministrative del 2008, il suo buen ritiro era l'Asia. Per promovuore la cultura italiana all'estero. Ma oggi, alla vigilia della sfida per il Campidoglio e con un Pd lacerato, ha scelto di raccontare le "Carte segrete" del suo partito. Per contribuire alla risalita. Così Goffredo Bettini, il "regista" del centrosinistra capitolino, torna sulla scena politica romana. Lo fa con un libro, presentato ieri al teatro Eliseo, che è una fotografia del presente e un manifesto culturale. Magari da usare per lanciare la sua candidatura alla guida dei democratici. Ma adesso la partita è quella che si gioca a Roma. "E bisogna stringersi attorno a Marino".

"Rianimare Roma" - E' stato Bettini a scegliere il senatore ligure, che era ad ascoltarlo in prima fila; insieme ai parlamentari Madia, Gentiloni e Morassut, al governatore Zingaretti e al suo vice Smeriglio. Anche "se non l'ho deciso io". "Mi inizio a stare un po' antipatico nella parte del regista", scherza. Lui si era limitato a dire che alle primarie, "Sassoli e Gentiloni erano poco competitivi". Si era offerto in prima persona, ma la sua proposta letta come una minaccia. Nasce così la candidatura del medico parlamentare. "Anti-sistema, indipendente: un'irregolarità che è un macigno in uno stagno". Anche se "molto simile al primo Rutelli. Con Veltroni - aggiunge Bettini - hanno modernizzato la città. Ora tocca rianimarla". Un medico potrebbe aiutare.

IL PARTITO IN CRISI - Il problema oggi è come riconquistare i voti di una destra che crolla. Non certo con il governo oversize di Letta, che mette insieme Pd e Pdl, dice Bettini. In questo neanche il suo partito si impegna. "Alemanno è il miglior oppositore di se stesso - continua - ma attorno a Marino mancano le iniziative del partito". Basta guardare cosa è successo a Roma. La guerra di correnti delle primarie a sindaco si è trascinata fino alla compilazione delle liste per le comunali, quando il segretario romano Miccoli (bersaniano) viene stato fatto fuori con un espediente burocratico. Una vendetta di popolari e renziani, esclusi "senza motivo" - dicono - dalle candidature. Spaccatura che arriva a poche ore dalla presentazione dei nomi ufficiali per il Campidoglio.

"MARINO? L'ARGAN DELLA SCIENZA" - Poi difende il suo modello Roma, quello con Veltroni e Rutelli - che aveva inventato e lasciato prima degli altri- . "Si è semplicemente esaurito, non ha fallito". La colpa è quella di essersi fermati alla sconfitta del 2008 contro Alemanno. Che ha "i principali collaboratori scomparsi come i piccoli dieci indiani del romanzo di Agatha Christie perché colpiti da inchieste giudiziarie". Per questo il sindaco "è il miglior oppositore di se stesso". Tutti gli occhi, a poco più di dieci giorni dal voto, sono su Marino, che Bettini definisce "l'Argan della scienza". "Lui è liberale e radicale e non è una contraddizione", aggiunge.

TRA MOZIONE E MOBILITAZIONE - La spina è sempre il suo Pd. Quello che aveva "conquistato una mezza vittoria con Veltroni, alle politiche del 2008, ed è stato un progetto abbandonato. Oggi "tutto il centrosinistra - riflette - prende meno rispetto al Pd di 5anni fa". Così nasce la sua mozione in vista del congresso di ottobre e l'idea del "Campo" del centrosinistra. Il suo futuro non l'ha ancora deciso, ma quello che lui chiama "manifesto culturale" è nelle ultime pagine di "Carte segrete". Il primo tempo della sua partita politica è il 26 e 27 maggio. E si appella ai militanti per sostenere Marino: "Non aspettate i manifesti dalle federazioni. Mobilitatevi".


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