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Bilancio, la commissione taglia i vitalizi§Bocciati gli emendamenti del M5S

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Addio vitalizio. Quello che per i politici era una garanzia pensionistica, dovrebbe scomparire per i consiglieri regionali. Per adesso è la commissione Bilancio, che si è riunita oggi, ad abolire uno dei privilegi della casta. Che, grazie al parere favorevole all’articolo 7 della proposta di legge regionale 9 del 2013, sarà cancellato a partire da questa legislatura. Proprio come era stato stabilito dalla finanziaria regionale 2012. 

NO ALLE MODIFICHE DEL M5S - Bocciato invece l’emendamento della consigliera Valentina Corrado. La portavoce dei Cinquestelle puntava ad abolire anche i vitalizi relativi alle legislature precedenti. Mo solo quelli per cui l'erogazione non è ancora iniziata, restituendo ai potenziali aventi diritto i contributi versati. Non passa anche la richiesta di cancellarlo per gli assessori esterni della scorsa legislatura. Via libera invece all’articolo 8, che stabilisce l’esclusione dall’erogazione del vitalizio per chi si è macchiato di reati contro la pubblica amministrazione. Che, tra le altre cose, comportano l’interdizione dai pubblici uffici.

LE INDENNITA' - L’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore, ha anche riproposto il tema dei fondi ai gruppi consiliari. Oggetto di due articoli della proposta di legge numero 9, per tagliare i costi della politica e razionalizzare della macchina amministrativa regionale. In conformità con quanto deliberato dalla Conferenza Stato-Regioni lo scorso 6 dicembre, l’articolo 10 del provvedimento stabilisce che l’importo da erogare a ciascun gruppo sarà costituito da una quota pari a cinque mila euro per ciascun consigliere e da una quota determinata in base al numero di abitanti del Lazio.

LA RENDICONTAZIONE - Inasprite le regole per la rendicontazione delle spese. I gruppi consiliari dovranno compilare un modulo pensato dal governo nazionale e che sarà usato in tutte le regioni. Uno strumento per “assicurare la corretta rilevazione dei fatti di gestione e la regolare tenuta della contabilità, nonché per definire la documentazione necessaria a corredo del rendiconto”, come recita l’articolo 11 della PL 9. Così entro 45 giorni dalla fine dell’esercizio finanziario, si dovrà inviare il proprio rendiconto al presidente del Consiglio regionale.

I CONTROLLI DEL GOVERNATORE - Ma l'ultima parola spetta al presidente della Regione. Sarà il governatore a curare l’inoltro alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti, così come stabilito dalla normativa nazionale (dl 174/2012 convertito con modificazioni dalla legge 213/2012). Se le regole saranno violate, niente più contributi. Approvate anche le disposizioni in caso di sospensione del consigliere regionale e di pubblicità e trasparenza degli eletti e degli assessori.


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