“E’ solo una ricostruzione dei quotidiani”. Il laboratorio Roma al Campidoglio, i provvedimenti condivisi in cambio di un presunto accordo tra Pd e M5S per il ballottaggio – con i voti di De Vito dirottati sul senatore Marino –, viene bollato come “fantapolitica”dai due candidati sindaco. Per smentire chi parlava di “tattica di desistenza a favore del centrosinistra”, elaborata da due leader del MoVimento, Grillo e Casaleggio, che oramai danno per persa la partita.
IL PRESSING DI MARCHINI - ''Voci assolutamente false”, sentenzia Roberta Lombardi, capogruppo Cinquestelle alla Camera. “Il patto tra genovesi”, come lo aveva definito Alfio Marchini, non c’è stato assicurano i diretti interessati. I dati sono sfavorevoli. Gli ultimi sondaggi pubblicati vedono il portavoce grillino in terza posizione, incalzato dal civico Marchini. Che, dopo la graticola di due giorni fa, sembra puntare al voto disgiunto del M5S.
DE VITO IN AFFANNO - L’avvocato De Vito non sfonda e Grillo e Casaleggio avrebbero deciso di lasciare via libera all'esponente Pd a Roma. Nella Capitale i due si faranno vedere solo a 48 ore dal voto, il 24 maggio a piazza del Popolo. Difficoltà, anche economiche (servirebbero 40mila per l’evento) per la chiusura della campagna elettorale, ma soprattutto saltato il tour nei Municipi. Che però viene smentito dai Cinquestelle.
"ACCORDO DA FANTAPOLITICA" - Ai militanti però non basta l’idea di poter condividere alcune azioni di governo, per creare una sorta di laboratorio. L’alleanza al ballottaggio è un prezzo troppo alto, anche perché l’allergia agli accordi sarebbe nel Dna del MoVimento. “Assolutamente fantapolitica, non c’è nulla di vero. Marino è inadeguato”, attacca De Vito. Ricorda che gli accordi sono vietati per statuto.
LA SMENTITA DI MARINO - A smentire è anche Marino: “Fantasia di alcuni quotidiani che supera davvero la realtà – dichiara il senatore –. Non si tratta di fantapolitica, è solo fantascienza”. Ma i dubbi e le perplessità tra i militanti grillini restano. La performance a 'Piazza Pulita' non ha aiutato. Sul no alle occupazioni e il sì agli sgomberi, si è allontanato dagli attivisti romani. Ai militanti non piacciono le leggi ordine, ma chiudono un occhio sulla scelta di concedersi alle telecamere.
IL BOOMERANG DELLA TV - La paura è che la sovraesposizione si trasformi in un boomerang. E rischia di far scendere ancora le quotazioni, con i Cinquestelle in calo rispetto al dato sulle politiche. Per questo anche Davide Barillari, consigliere regionale che aveva sfidato Storace e Zingaretti per la presidenza della Regione, suggerisce di selezionare le uscite tv. “Non so se ha senso andare dappertutto, io ero molto più selettivo”. Per il capogruppo alla Pisana non “non bisogna abusare dello strumento tv, anche se la visibilità è importante”.
LO STRAPPO AI CARTELLONI - Al ballottaggio ci credono, perché vedono in affanno Pd e Pdl. Così la strategia continua con una campagna capillare su tutti i media. Per tentare il recupero in extremis altro deroga alla statuto: manifesti e cartelloni sulle fiancate degli autobus. Altra decisione presa con gli attivisti, come per le apparizioni in tv. Di appoggiare Marino al ballottaggio, per ora, dicono “no”.