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Periferia, le ricette dei candidati§sindaco per sfidare Alemanno

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Le cosiddette “centralità” previste dall’attuale Piano regolatore, nascevano con l’obiettivo di trasformare le periferie da quartieri dormitorio a vere e proprie città nelle città. Un processo che si è tradotto finora soprattutto nella costruzione di mega centri commerciali, con i quartieri ancora senza servizi e con nuove periferie che si sono aggiunte a quelle già esistenti, come le 57 nuove borgate oltre il Raccordo anulare, censite nel 2010 dall’Associazione italiana casa e dall’Unione delle borgate, dove vivono oltre 330mila romani. In che modo pensa di far tornare le periferie al “centro” senza fermarsi ai soliti proclami?

Le risposte di Alessandro Bianchi, Marcello De Vito, Alfio Marchini, Ignazio Marino e Sandro Medici. Così i principali candidati a sindaco lanciano la loro sfida ad Alemanno

ALESSANDRO BIANCHI

Le “centralità” del Piano regolatore del 2008 sono state buone intenzioni completamente travisate dalle realizzazioni. Bisogna cambiare completamente strada, bloccando la proliferazione di questi megacentri commerciali-direzionali-residenziali e avviando una politica di riqualificazione dei quartieri periferici attraverso il trasferimento di funzioni amministrative; la realizzazione di attrezzature scolastiche, culturali, ricreative e sportive di livello elevato; il miglioramento dei servizi di trasporto.

MARCELLO DE VITO

Le “centralità urbane” come gli “ambiti di riserva” sono lo specchio di un’impostazione urbanistica iniqua, vecchia e fallita, su cui si riflette il dramma delle borgate di cui lei stesso parla. Bisogna voltare pagina. Affidarsi ad una nuova visione strategica mirata a quell’integrazione urbano-rurale di cui parlavo prima, avviando “progettazioni integrate” per migliorare gli standard abitativi, riqualificare gli spazi pubblici, rinsaldare i legami di comunità anche rivalorizzando il commercio locale.

ALFIO MARCHINI

Saranno i quartieri i centri vitali della nostra città attorno ai quali ridisegnare flussi e servizi. Non ci sarà mai nessun reale decentramento senza una mutazione dei flussi e viceversa. È necessario potenziare servizi pubblici periferici e circolari. Ad esempio, piccoli bus elettrici, perché solo in centro?

IGNAZIO MARINO

La priorità non è costruire: servono luoghi di socialità, oppor- tunità di lavoro e servizi alla persona. Le centralità non hanno raggiunto l’obiettivo; dove sono sorti solo centri commerciali bisogna portare università, centri culturali e un sistema di collegamento efficiente. Nelle periferie ci sono potenzialità, come resti archeologici e parchi che sono vere e proprie città antiche. Posti che sono una ricchezza e sarebbero poli culturali straordinari. La periferia è luogo d’integrazione, dove più forte è l’impatto delle politiche cittadine. Dobbiamo trasformarle nel cuore dell’attività di Roma Capitale.

SANDRO MEDICI

La vita quotidiana è fatta anche di piccolo benessere, di piacere di stare in un territorio dove ci si possa spostare senza assumere psicofarmaci. Per fare questo serve una strategia che dia il sor- riso a queste nostre periferie. Si può fare con il contributo di politiche urbanistiche, ma non certo quelle espansive. Nel nostro territorio esistono due centralità, Romanina e Torre Spaccata. quest’ultima prevede un’edificazione di 600mila metri cubi, che va azzerata. Perché rappresenta un parco naturale all’interno di un consolidato urbano denso. È una sorta di Central Park, dove sarebbe bello fare un’opera di imboschimento.


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