Sono quasi 40mila i lavoratori in cassa integrazione nel Lazio. Per l'esattezza 37.719. Ovvero 3.720 in più rispetto a marzo 2013. E le ore autorizzate sono passate da 5.779.777 nel mese di marzo a 6.412.205 ad aprile, con un incremento del 10,9%, con punte di quasi il 90% della cassa integrazione in deroga. Questi alcuni dei dati registrati e analizzati dalla Uil di Roma e del Lazio per il mese di aprile.
IL COMMENTO -“Dati preoccupanti che se letti in maniera integrata con i dati relativi a Pil e disoccupazione confermano le tendenze recessive della regione – commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Pierpaolo Bombardieri – Basti pensare che la Capitale ha avuto un incremento della cassa integrazione in deroga pari al 158% nel solo ultimo mese. Mentre la cassa integrazione ordinaria rispetto al primo quadrimestre 2012 è aumentata nel Lazio del 23,3%. Ciò significa che nuove aziende si sono affacciate alla crisi nel corso dell’ultimo anno”.
LE PROVINCE - Nel dettaglio, le province più colpite dalla cassa integrazione ordinaria nell'ultimo anno sono Roma con un aumento di quasi il 46%, Rieti del 96% e Frosinone del 28%. Mentre, da marzo ad aprile 2013 nella Capitale si registra un incremento mensile della cassa integrazione dell’8% e Frosinone raggiunge un +57,3%. Le altre province del Lazio vedono diminuire le ore di cassa integrazione rispetto al mese precedente: Viterbo meno 15,4%, Rieti meno 29,7%, mentre Latina meno 39,5%.
“Ciò è dovuto prevalentemente a un calo della cassa integrazione in deroga – spiega Bombardieri – ma i dati delle tre province che, a differenza di Roma e Frosinone, sono perfettamente in linea con la situazione nazionale, sono solo apparentemente positivi. La diminuzione della cassa in deroga indica il passaggio da una crisi congiunturale a una crisi strutturale per molte aziende, oppure un possibile ritorno alla Cig Straordinaria di crisi aziendali passate per la cassa in deroga. La crisi quindi sta continuando a colpire duramente i lavoratori ed è necessario attuare subito delle politiche di sviluppo che facilitino la ripresa del sistema produttivo e la tutela dei lavoratori”.