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Derivati, M5S: “Nove contratti§per sei miliardi di debito”

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La chiamano “operazione verità”. E risponde al principio della trasparenza rivendicata dal MoVimento fatto da cittadini. Per questo oggi, all'hotel St. John, a due passi da San Giovanni, i Cinquestelle hanno presentato il loro report sui contratti derivati stipulati dal Comune di Roma: 6 miliardi, per 9 transazioni, dal 2002 al 2008. Sette sono stati chiusi, il prezzo per la “collettività”? “150 milioni di euro”, risponde il candidato sindaco De Vito.

LA VELTRON TAX - Un dossier parziale, però, “perché il commissario non ci ha concesso l'accesso agli atti”, spiega il portavoce del M5S. Quanto per parlare di “Veltron tax”: è l'aumento dell'addizionale Irpef dallo 0,5 allo 0,9%, spiegano, che si traduce in 200milioni di euro che servono al commissario per ripianare il debito. Di certo si sa che questi contratti sono stati stipulati dall'allora sindaco Veltroni e rappresentano i due terzi di quanto deve pagare il Campidoglio tra prestiti, mutui ed interessi.

“Il problema – sottolinea l'avvocato Alessandro Canali – è che molto spesso queste transazioni sono vantaggiose nel primo periodo e hanno una durata trentennale”. Senza dimenticare che “il Comune ha usato i soldi dei mutui, da cui nascono i derivati, - aggiunge Canali – per pagare la spesa corrente: cosa vietata”. Non solo. C'è anche una relazione della Corte dei Conti, datata 2010, che “sottolinea la pericolosità di quei contratti”. Ma, soprattutto, il M5S chiede perché per gli stessi il Campidoglio paga un tasso di interessi del 5%, la Provincia invece un punto in meno.

DE VITO - “A Milano – spiega De Vito – per poco più di un miliardo è stato aperto un contenzioso: i giudici hanno dato ragione al Comune, che guadagna un risarcimento di 700 milioni di euro”. La stessa strada che vorrebbe intraprendere il portavoce del MoVimento in caso di vittoria alle elezioni del 26 e 27 maggio. “Vorrei far notare – aggiunge l'avvocato 38enne – che i 6 miliardi di derivati non servivano per coprire i buchi di bilancio, che all'epoca ammontavano a 3 miliardi”. Intanto i romani pagano un più 0,45 di aliquota Irpef per ripianare il debito. In totale, circa 500 milioni l'anno che, per 30 anni di mutuo, fanno oltre 17 miliardi di euro.

“Ma il commissario – continua De Vito – ha ritenuto opportuno non fornirci la documentazione perché, ci ha risposto, noi non abbiamo interesse a sapere la verità. Lo ha detto a un MoVimento che rappresenta il 25% della popolazione”. Per questo attaccano a testa bassa destra e sinistra. “Il Pd – aggiunge – perché ha stipulato i contratti derivati, il Pdl perché ha coperto questa situazione. Noi vogliamo che siano accertate le responsabilità”. In tema di soldi, il candidato sindaco è fiducioso di riuscire a trovare i 40mila euro per la manifestazione di chiusura, il 24 maggio a piazza del Popolo, della campagna elettorale. Sul sito dei Cinquestelle, nei giorni scorsi, la cifra raggiunta era di 10 mila euro: “Siamo poverelli – conclude - ma ce la faremo”.   


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