A metà pomeriggio, la piazza è ancora vuota. E Marino appena arrivato a San Giovanni, fiducioso dice: “La riempiremo”. Gli fa eco il governatore Zingaretti. L’obiettivo è riportare il popolo del centrosinistra nel suo luogo simbolo per dire basta e far rinascere Roma. Come? Ovviamente con il voto per il candidato sindaco del centrosinistra. In mezzo musica e l’intervista con Dario Vergassola. Che gli serve un assist da non sprecare: “Alemanno è un po’ uno sceriffo”. L’ex senatore, pronto, ripropone un classico preso in prestito dal film Gli Intoccabili: “E’ tutto chiacchiere e distintivo”.
POLLICE VERSO PER ALEMANNO - Il chirurgo dem che corre per il Campidoglio punta il dito contro l’era Alemanno. “Un’amministrazione cupa, chiusa in se stessa per premiare solo amici e i parenti”. Un’epoca lunga cinque anni che ha portato Roma allo sfinimento. L’unica strada è far sentire “la voce della gente, della piazza, di un’intera città pulita e onesta”. I romani apprezzano e gridano “Daje”, uno degli slogan scelti da Marino.
EPIFANI E I VOTI DA CONTARE - Lui è convinto che è il momento della sinistra, che tornerà a governare la Capitale. Un’area unita nella sfida più importante. Dopo la crisi di nervi su governo, presidenza della Repubblica e segreteria nazionale e regionale del Pd, è il momento dell’unità. Lo dimostra anche la presenza di Sassoli, l’europarlamentare che alle primarie di coalizione aveva sfidato l’ex parlamentare. Con loro il numero uno democratico, Guglielmo Epifani. Che definisce “Marino il miglior candidato possibile”. Sulle persone in piazza trova il modo di beccarsi a distanza con Alemanno, convinto che poi “contiamo i voti”.
PIAZZA SEMIVUOTA - La piazza però non si riempie, tra gazebo dei candidati in Municipio e bandiere sono circa 20 mila i partecipanti. Ma Epifani non è “pentito della scelta della piazza”. E’ concentrato sulle amministrative, ma anche sull’esito del voto che avrà ripercussioni sul nazionale. “I dati “andranno letti molto bene, per ogni singolo comune”. Intanto si fa vedere lo stato maggiore del partito romano: dal deputato ed ex capogruppo in Campidoglio Marroni al consigliere regionale Valeriani. Non mancano il governatore e il suo vice Smeriglio.
L’ENDORSMENT DEL GOVERNATORE - La benedizione di Nicola Zingaretti arriva tra gli applausi. Il leit-motiv uguale a quelle delle regionali: cambiare. “Siamo qui – afferma dal palco il presidente del Lazio - perché noi amiamo Roma e vogliamo cambiarla. Per risvegliare le speranze”.
VERGASSOLA SHOW - Mentre un enorme murales viene dipinto in diretta da diversi artisti, il chirurgo dem si sottopone all’intervisita con Dario Vergassola. Non mancano le frecciatine al sindaco uscente. “Alemanno ha fatto il test antidroga - dice il comico genovese - Non è che il ballottaggio lo vede solo con gli acidi?”, o anche “F1? Forse è affetto da una patologia compulsiva da malato di Playstation”.
IL DAJE URLATO CON LA PIAZZA - L’appello finale spetta a Marino. L’ex senatore del Pd chiede l’aiuto di tutti per “convincere gli incerti, i dubbiosi e i pigri. Siamo davanti ad un’occasione irripetibile: cambiare Roma”. Il “Daje” in chiusura è liberatorio. Per la piazza e per il candidato sindaco del centrosinistra. Che spera di ripetere l’urlo la notte del 27 maggio. Per chiudere al primo turno la partita del Campidoglio. E iniziare da subito a curare la Capitale.