I lavoratori di Cinecittà hanno consegnato 18.373 firme al Presidente della Repubblica Napolitano. Firme che che "rappresentano l'Italia vera, la storia di una grande battaglia democratica, fatta con 85 giorni di occupazione per la dignità di un Paese che non si piega ai poteri forti". Una petizione popolare dove si chiede di "salvare e valorizzare il patrimonio professionale, artistico e culturale di Cinecittà, famoso in tutto il mondo".
"Siamo qui a presentare al presidente Napolitano un pezzo di democrazia e di lotta - ha spiegato la delegazione ricevuta al Quirinale, guidata dal regista Citto Maselli, con il consigliere capitolino Pd, Athos De Luca, il presidente del X Municipio, Sandro Medici, e gli operatori di Cinecittà - queste firme di gente comune vogliono testimoniare contro i poteri forti. Cinecittà non può essere un posto dove i lavoratori non hanno più il diritto di esserci. Vogliamo che questo Paese continui ad esssere grande".
Per Maselli, "Cinecittà non è solo il luogo dove è nato il cinema migliore, ma dove noi vogliamo creare un gruppo pubblico promotore di tutta l'industria cinematorgrafica. Invece c'è un tentativo di usare questo luogo come speculazione, per fare alberghi e centri benessere. Sono cose pericolose che riguardano l'intera cultura italiana". La consegna al presidente della Repubblica, secondo il consigliere De Luca, è importante perchè "oggi Napolitano è diventato un punto di riferimento istituzionale della democrazia nel Paese, è quindi inevitabile che una vicenda che riguarda un pezzo della storia arrivi in questa sede, una vicenda che non ha avuto un forte interessamento. Dopo 85 giorni di battaglia dei lavoaratori, oggi vogliono consegnare qui le firme raccolte nei giorni di occupazone nelle quali esprimono la loro contrarueta' al progetto su Cinecitta' e vogliono un piano industriale per il suo rilancio. Alemanno avrebbe dovuto opporsi ma i poteri forti si sono alleati".