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A Roma 3mila negozi in meno§"Bloccare i centri commerciali"

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Il saldo tra le imprese iscritte e le cessate nel commercio a Roma e provincia fa segnare nel primo semestre del 2012 un valore negativo di ulteriori 3000 unità rispetto al decremento di 5000 unità verificatosi nel 2011. E' quanto emerso dal convegno organizzato da Confcommercio sul tema "Roma e le Piccole Imprese quali prospettive?". Il Lazio ha registrato però un certo sviluppo delle imprese - con un incremento in un anno incremento di 242 unità - che operano nelle forme alternative di commercio: vendita per corrispondenza, via internet, via tv, vendita a domicilio e con distributori automatici. Cresce di 338 unità il numero di ambulanti e in misura minima con 57 punti vendita nel Lazio la media e grande distribuzione. Il settore terziario 122848 unità ed il settore dei servizi 173344 unità, che comprende anche quello della pubblica amministrazione, conta un numero di imprese di gran lunga superiore all'industria 93000 e all'agricoltura 13879.

LOW COST - La minore disponibilità economica ha livellato sia le esigenze dei ceti più abbienti sia di quelli poveri spingendo a forme di acquisto "low cost". Si tende a fare la spesa più spesso (il 51%) due, tre volte a settimana, cercando freschezza del prodotto a quantità desiderate. I luoghi di acquisto preferiti a Roma continuano ad essere i mercati ambulanti o rionali (59%), valore stabile poi per i supermercati (20%) con valori in calo rispetto al 2010, cresce l'acquisto nei discount (+ 3.2%) e la spesa direttamente dal contadino (+4.3%). Aumentano del 9% gli esercizi commerciali di prodotti ittici, del 4.8% quelli di frutta e verdura, del 3.4% gli alimentari, dell'1.3% gli ambulanti alimentari, stabili quelli della carne e prodotti a base di carne.

ALEMANNO - Al convegno è intervenuto anche il sindaco Alemanno che ha sottolineato: "Il problema fondamentale è se cascano le regole delle professioni del commercio, della piccola e media impresa, e si fanno le liberalizzazioni che sono solamente delle deregolamentazioni perché non si ha il coraggio e la forza di fare le liberalizzazioni dove serve, la liberalizzazione delle banche". Secondo il sindaco "Non servono liberalizzazioni selvagge che vengono fatte a livello di piccole e medie imprese perché distruggono un tessuto economico e abbassano le professionalità aprendo lo spazio ai centri commerciali che si muovono con una logica che andrebbe denunciata". "Negli anni passati abbiamo avuto una spinta urbanistica che ha accumulato metri quadrati indirizzati alla grandissima distribuzione che ha alterato qualsiasi equilibrio urbanistico di questa città - ha proseguito il sindaco - Un uso eccessivo di metrature commerciali e ora chiedono in cambio destinazioni di uso abitativo. Questa logica di accordo con grandi costruttori, della politica con grandi gruppi è  il vero nemico da abbattere. La grande distribuzione deve fare un passo indietro. Bloccare i centri commerciali. Non è che aumentando le aperture aumentano i consumi: per ogni posto nella grande distribuzione si perdono 7 posti nella piccola impresa".

L'ABUSIVISMO - Il primo cittadino ha poi spiegato: "Abbiamo indetto il nuovo bando delle mense a chilometro '0'. La realtà dei farmer market deve rientrare nella logica dei mercati rionali. C'è una diffusione troppo casuale dei mercatini. Bisogna promozionare i mercati rionali con una scommessa forte, offrendo realtà diverse e fare un altro sforzo sull'abusivismo. Noi solo con la polizia locale non ce la facciamo perché ci si trova davanti a problemi di ordine pubblico, a reazioni violente da parte di commercianti abusivi". Alemanno fa sapere poi: "Ho chiesto dei gruppi interforze carabinieri, polizia e polizia locale per dare davvero una botta al commercio abusivo soprattutto nel centro storico. A volte pensiamo che siano delle persone estemporanee, dei poveracci ma non è cosi. Dietro ci sono racket ben organizzati che se gruppi interforze e prefettura non ci mettono la faccia in questa battaglia non riusciamo a vincerla. La battaglia è quella delle regole, che tutte le persone oneste devono combattere senza nessun buonismo. Dobbiamo fare progetti di formazione professionale per migliorare il rapporto cliente-commerciante. Se Roma perde il valore del suo piccolo e medio commercio diventa uno scatolone vuoto".

LA SFIDA DEI COMMERCIANTI - Nell'ambito della conferenza Confcommercio lancia una sfida ai futuri amministratori per "essere orgogliosi di vivere nella nostra Roma". Nel manifesto si chiede in 10 punti una città intelligente che metta al centro la persona, una città viva che tuteli e valorizzi la distribuzione commerciale, i mercati rionali, le botteghe, i ristoranti, una città accogliente, culturale, legale, funzionale, giovane, equa, percorribile, verde. "Il nostro manifesto è rivolto alle pubbliche amministrazioni che verranno sia a livello regionale sia a livello comunale perché- ha spiegato il presidente di Confcommercio Roma, Giuseppe Roscioli - ci sono delle competenze di carattere regionale e altre comunali e aspetti che possono richiamare effetti a carattere nazionale. I dieci punti riguardano la crescita della città da un punto di vista economico e sociale, poi verranno declinati uno per uno con delle schede tecniche che stiamo approntando in questi giorni. Alcune cose hanno un valore anche nell'immediato per esempio la legalità. In un momento cosi difficile sarebbe bene convogliare la spesa dei cittadini sulle aziende regolari. Tutto quello che va nell'irregolarità è una perdita della collettività, non solo nostra".


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