Era l’alba del 16 ottobre 1943 quando i soldati tedeschi, agli ordini dell’ufficiale delle Ss Herbert Kappler, circondarono i confini del Ghetto di Roma. Con un blitz durato poche ore portarono via 1.024 cittadini romani di origine ebraica. Donne uomini, anziani e 200 bambini furono trasportati al Collegio Militare di Palazzo Salviati di via della Lungara, a pochi passi dalle loro case. Due giorni dopo furono nuovamente spostati, questa volta alla Stazione Tiburtina, e da qui caricati su treni merci per essere trasferiti al campo di concentramento di Auschwitz. Soltanto 17 di loro, una sola donna e nessun bambino, riuscirono a far ritorno nelle loro case, tutti gli altri persero la vita nel campo di sterminio. La comunità ebraica di Roma, una delle più antiche al mondo, era composta da circa 12mila persone, quasi un decimo fu cancellato in soli due giorni nonostante, qualche giorno prima, fossero stati raccolti i 50 kg di oro pretesi dai tedeschi per evitare la deportazione.
69 ANNI DOPO - Sono passati 69 anni da quel giorno e oggi la città di Roma si stringe attorno alla comunità ebraica nel ricordo di chi non ce l’ha fatta a tornare indietro e di che ha perso la vita nei campi di concentramento nazisti. Tante iniziative per non dimenticare una delle pagine più oscure e buie della nostra storia, a pochi giorni dalla morte di Shlomo Venzia, uno degli ultimi sopravvissuti alla follia nazi-fascista. Memoria storica per chi quell’epoca non l’ha attraversata, e maestro di vita per gli studenti romani durante i viaggi in Polonia.
LA MARCIA DELLA MEMORIA - Tanti gli appuntamenti a cui parteciperanno anche i rappresentanti della Comunità ebraica di Roma, tra cui il rabbino capo Riccardo Di Segni e il presidente della comunità Riccardo Pacifici. In mattinata è stato presentato il libro 16.10.1943. Li hanno portati via, curato dal Progetto Storia e memoria della Provincia ed edito dalla Fandango Libri. Il volume è un incredibile viaggio attraverso i frammenti e le testimonianze dirette di chi quei giorni l’ha vissuti da deportato o da ebreo romano scampato alla rappresaglia. Foto, lettere di mamme che cercano il proprio figlio, testimonianze dirette, corrispondenze originali che ricostruiscono tutta l’angoscia vissuta in quei giorni. Questo 16 ottobre poi si concluderà alle 18.30 con “Una marcia per ricordare. Non c’è futuro senza Memoria”. Un pellegrinaggio organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e da quella ebraica lungo il percorso dei deportati a tragitto invertito: da piazza Santa Maria in Trastevere a Largo 16 ottobre 1943, nel cuore del ghetto di Roma.