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"Jeans fuori legge"§Blitz animalista da D

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Prezzo minimo 295 euro, ma le cifre possono salire fino a 1100 euro, a seconda della particolarità, il disegno, il lavaggio. Questi sono i prezzi dei jeans Dolce&Gabbana, il colosso della moda made in Italy al centro della polemica lanciata dall'associazione Animalisti Italiani Onlus.
Stamattina decine di attivisti dell'associazione travestiti da operai e vestiti con jeans sbiancati e insanguinati hanno fatto irruzione nel noto store di Piazza di Spagna, occupandolo. La ragione del blitz è motivata dal fatto che D&G non rinuncia all'uso dei jeans sbiancati che nuociono alla salute degli operai.

JEANS DANNOSI - Per ottenere l'effetto invecchiato, sdrucito e scolorito si deve usare il metodo della sabbiatura (sandblasting), eseguita attraverso getti di sabbia “sparati” con aria compressa su ogni singolo jeans. Questa tecnica produce una grande quantità di polvere e particelle sottili di biossido di silice. L’esposizione continua e duratura dei lavoratori a queste particelle, provoca la silicosi, malattia che in molti casi è letale.

IL BLITZ - Bloccato simbolicamente l’ingresso dell’atelier, alcuni “operai” hanno simulato la lavorazione dei jeans incriminati, inscenando il soffocamento, la malattia e la tragica morte per silicosi degli stessi lavoratori. La Clean Clothes Campaign ha lanciato una petizione internazionale che chiede agli stilisti di evitare l’utilizzo del denim trattato con il metodo del sandblasting. Giorgio Armani, Versace, Gucci, H&M, Levi's ed altre aziende si sono affrettate a vietare il processo, mentre Dolce&Gabbana continua ad ignorare questa petizione, nonostante le prove della mortalità di questa tecnica. Così il Presidente di Animalist Italiani, Walter Caporale: “L’Associazione condanna l’ostinata indifferenza di Dolce&Gabbana nei confronti dell’appello internazionale che invita a non fare uso di jeans trattati con il metodo della sabbiatura. Ci aspettiamo che In Italia si apra un dibattito - conclude Caporale - e ci siano iniziative informative, rivolte ai consumatori, affinché siano consapevoli dei loro acquisti, e ai produttori affinché provvedano ad adottare metodi alternativi come hanno fatto molti altri.

LA SABBIATURA - La tecnica della sabbiatura è vietata in Europa dal 1966, ma viene utilizzata in altri Paesi così detti in via di sviluppo (Cina, India, Bangladesh, Pakistan, Nord Africa…), privi di tutele per i lavoratori e dove il costo del lavoro è minore. La Turchia, ex leader nella lavorazione dei jeans sbiancati, ha vietato la sabbiatura nel 2009, dopo aver accertato la causa di circa 6.000 malati e 100 morti per silicosi. Si tratta di una malattia per secoli associata al settore minerario e di cui solo recentemente è stata riscontrata una connessione con l’industria del tessile. Da numerose prove raccolte in Turchia dai medici dell’Università AtaTurk è stato rilevato che i minatori contraevano la malattia dopo 20 anni di attività; nel settore del tessile invece l’esposizione prolungata e continua al biossido di silicio fa sviluppare la malattia in meno di 2 anni.


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