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Maruccio e l'arbitrato su appalto§Pontina affidato al collega Scicchitano

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Non è la prima volta che Vincenzo Maruccio, ex dirigente e capogruppo Idv, finisce sotto osservazione da parte della magistratura. Oggi è sotto inchiesta con l’accusa di peculato, per aver distratto circa 700mila euro dai fondi del suo partito per interessi privati; l’anno scorso, invece, indaga la Corte dei Conti sull’arbitrato per la realizzazione della Roma-Latina, assegnato da Maruccio all’avvocato Sergio Scicchitano, suo ex datore di lavoro. La segnalazione arriva direttamente dalla Pisana, con l’ex assessore ai Lavori pubblici della giunta Polverini, Malcotti, che ipotizza danno erariale per la Regione Lazio.

L'APPALTO PER LA NUOVA PONTINA - Tutto comincia quando il governatore è Francesco Storace, che forma un consorzio con diversi imprenditori privati e con la società Autostrade per la costruzione della nuova Pontina. Il gruppo si chiama Arcea, ma l’intervento dell’Unione europea contesta la mancanza di una gara d’appalto. Il successore di Storace, Piero Marrazzo, azzera tutto. Il consorzio non ci sta e presenta due richieste di arbitrato. La seconda porta la firma di Autostrade per l’Italia. Siamo nel 2010 e alla Pisana è già scoppiato lo scandalo che investe Marrazzo per le sue frequentazioni sessuali. Il presidente si dimette e la Regione passa nelle mani del vice di Marrazzo, Esterino Montino, per l’ordinaria amministrazione. Che con Maruccio assessore ai Lavori pubblici promuove la richiesta di arbitrato. Costo dell’operazione: 185 milioni di euro, su cui si calcola in percentuale la parcella degli avvocati.

L'AVVOCATO SCICCHITANO - Il legale incaricato è Scicchitano, con cui l’ex capogruppo Idv alla Pisana collabora all’inizio della sua avventura forense. L’avvocato, candidato per l’Italia dei valori alle regionali del 2010, è anche presidente di Lazioservice. Carica ottenuta, per i maligni, grazie al suo ex dipendente e che lascia nel giugno dello scorso anno, perché coinvolto in una storia di false fatturazioni. La storia salta fuori con l’esposto presentato, nel marzo del 2011, dall’ex governatrice Polverini e dal suo assessore Malcotti, che sottolineano il legame tra i due. Senza dimenticare che la nomina di un arbitro è definito come atto di straordinaria amministrazione, che quindi non può rientrare nella reggenza Montino.  

LA DIFESA DI MARUCCIO - L’ex capogruppo Idv risponde con una memoria difensiva e spiega di “aver affidato l’incarico a una persona di specchiata preparazione, dal curriculum eccellente, quella della Polverini è una vera ritorsione per la battaglia che stiamo conducendo sulla casa popolare del marito (accusato di aver usufruito di affitti a canone agevolato, ndr). La vicenda torna a galla nella puntata di Ballarò del 25 settembre, quando Polverini attacca il leader Idv, Antonio Di Pietro, ricordando la vicenda Arcea per parare i colpi che arrivano da tutti i lati sulla vicenda delle spese pazze del Pdl, partito che sostiene la sua giunta. Interpellato da Paese Sera, Maruccio risponde che la Corte dei Conti ha archiviato il fascicolo. Un altro fascicolo, però, è stato aperto da poche ore a piazzale Clodio. Due provvedimenti che descrivono un Maruccio molto diverso da quello che, due anni fa, decide di candidarsi alla Regione Lazio “per cambiare un’istituzione con la forza che solo un giovane può avere”.


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