“Non ne faccio un discorso di attualità quanto piuttosto di universalità, nel senso che in esso è possibile ritrovare quegli elementi di assoluta contemporaneità che appartengono a tutte le opere d’arte che possiamo chiamare capolavori”. Antonello Fassari non nasconde la sua ammirazione per un testo, nato sotto forma di racconto breve, che definisce addirittura un capolavoro; l’attore e regista romano ha infatti ripreso La Ricotta, scritto da Pier Paolo Pasolini come studio preparatorio per il film Il vangelo secondo Matteo, per farne uno spettacolo teatrale, che sarà in scena al Teatro Vascello dal 25 al 27 gennaio
10 ANNI DI RICOTTA NELLE PAUSE DAL CINEMA - La Ricottaè un progetto che Fassari ha portato sul palcoscenico del Teatro Comunale di Todi per la prima volta nel 2004 e su cui continua a tornare nelle pause fra i set cinematografici: “Ero in cerca di una sceneggiatura e mi sono imbattuto in questa storia. Leggendola ho trovato che si prestasse benissimo per realizzare un monologo. Ogni volta che la rimetto in scena continuo a scoprirvi nuovi significati”.
IL MARTIRIO, LA MISERIA, LA SOLITUDINE - Girato nel 1963, La Ricotta fa parte di uno dei quattro episodi di Ro.Go.Pa.G. (acronimo dei registi di questa pellicola, Rossellini, Godard, Pasolini e Gregoretti), ed è ambientato durante le riprese di un film sulla Passione di Cristo. Stracci, un semplice generico, diventa il protagonista reale del martirio attraverso il dramma silenzioso della fame, che lo farà trasfigurare da comparsa derisa e misericordiosa a simbolo di una fede universale, che la sua morte avvicinerà terribilmente all’esperienza della solitudine umana.
SET DI IERI E DI OGGI, DUE MONDI DIVERSI - La stessa ambientazione viene mantenuta da Fassari, che attraversa la scena accompagnato solo dai paesaggi sonori tracciati da Adelchi Battista al pianoforte. Nonostante la sua lunga esperienza di attore però, l'attore sottolinea come la realtà dei set cinematografici di allora sia talmente distante da quella odierna da rendere impossibile tracciare delle linee di contiguità con la sua esperienza personale. Il set infatti è riconducibile a una sorta di locus belli, in cui la finzione del cinema, adottata da Pasolini come escamotage narrativo, non è solo e semplicemente una metafora dell’allora nascente società del consumo. La sensibilità del poeta infatti individua esattamente in questo punto, all’incrocio tra verità e verosimiglianza, l’amara beffa di chi è costretto a morire sulla croce d’indigestione: spesso la profondità di un bisogno non viene riconosciuta dagli altri, né da se stessi, fino alle sue estreme conseguenze.
LA RICOTTA
di Pier Paolo Pasolini
Antonello Fassari e Adelchi Battista
25, 26, 27 gennaio
Teatro Vascello
Via Giacinto Carini, 78