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Film Fest, la versione di Müller§Tra Stallone e le poltrone in bilico

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Sembrava più una messa funebre che la conferenza stampa di un festival di cinema internazionale quella di stamattina, all'Auditorium parco della Musica, dove si è presentata la settima edizione della kermesse capitolina, ma la prima diretta da Marco Müller. Nessun giornalista può aver dimenticato la bufera che nella primavera scorsa ha riempito per settimane le pagine dei quotidiani in occasione della sua controversa nomina, appoggiata dal sindaco Alemanno e dalla allora governatrice Polverini, e malvista dal presidente della Provincia Nicola Zingaretti. Ora che lo scenario politico è completamente cambiato, naturalmente nella struttura di Renzo Piano non si parla solo di cinema. Müller esordisce con un monologo di oltre 20 minuti in cui parla di tutto - della Mostra di Venezia, del Cinema Trevi, del concorrente festival di Torino - ma non del programma del suo festival. Dietro scorrono le clip di soli due film, peraltro annunciati giorni fa: Bullet to the Head di Walter Hill con Sylvester Stallone e Le 5 leggende, film in 3D della DreamWorks. Praticamente gli unici due titoli con un appeal mediatico. Un po' poco.

"IO CON L'ETICHETTA POLITICA?" - Immediatamente interpellato sulla "questione politica", il direttore si innervosisce subito: "Credete davvero che io sia stato chiamato qui perché ho un'etichetta politica attaccata al collo? - attacca - Qui conto sul sostegno di tre enti locali, che a Venezia mi è mancato molto. Ero sorpreso e contento quando il sindaco mi chiedeva se avevo tutto ciò di cui avevo bisogno. Comunque capiremo alla fine del conteggio dei voti delle prossime elezioni se gli amministratori vorranno farci continuare questo festival o decideranno di spegnerlo. Ce ne occuperemo solo in quel momento e fino ad allora lavoreremo con il massimo dell'impegno". Ma la domanda, più che legittima, anzi doverosa, deve averlo scosso un po', se poi torna sull'argomento insistentemente iniziando ogni frase con "in attesa che le elezioni fermino il nostro lavoro".

LA LUPA CONTROVERSA - Anche quest'anno il budget è talmente imponente da non poter passare indifferente, e da suscitare più di qualche interrogativo. "Sono 12 milioni di euro - dice il presidente della Fondazione Paolo Ferrari - di cui 4 messi dai soci fondatori e il resto dagli sponsor. Non ci saranno spese che non siano garantite da coperture preventive". E quella fantomatica cifra di 200mila euro di cui ha parlato ieri il consigliere Masini (Pd) per la mega lupa capitolina sul red carpet? "E' incredibile come voi giornalisti pensiate di sapere le cose prima ancora che le sappiamo noi - risponde piccato Müller - Abbiamo parlato con Dante Ferretti della possibilità di creare sul tappeto rosso qualcosa che permetta al Festival di Roma di fare il giro del mondo. Ho capito che una cosa del genere funzionava quando la foto di Anne Hathaway sul red carpet di Venezia con lo sfondo dei leoni d'oro di Ferretti è uscita sulle copertine dei giornali di tutto il mondo. Grazie a quella foto Venezia è istantaneamente diventata il luogo in cui stare nella comunicazione globale, e lo stesso vorrei per Roma con la lupa. Ma si parla di un'archeologia di cartapesta, di materiali poveri recuperati a Cinecittà, filo di ferro e compensato dipinto per celebrare la spettacolarità romana grazie ai suoi artigiani, pur con mezzi poveri". Ma il costo? "La faremo se ci saranno gli sponsor che copriranno interamente le spese. Nessuno sta togliendo nulla al festival o alla sua filosofia".

I FILM - Aveva promesso un fantastico cartellone composto da sole prime mondiali. Si vagheggiava di vedere la prima di Lincoln di Spielberg, o del nuovo Ang Lee Life of Pi, ma niente. Si vagheggiava anche della première di Django Unchained, grande assente dalla cartella stampa ma, promette misteriosamente Müller: "Vedrete presto Quentin Tarantino qui. Ha in serbo una sorpresa che annunceremo tra 10 giorni. Comunque in qualche modo Django calcherà le tavole dell'Auditorium". Poi ci saranno, come consuetudine del direttore-sinologo, due titoli in più, "li annunceremo durante il festival, soprattutto per proteggere gli autori. Come sapete in alcuni paesi la censura è un grosso problema". Intanto il concorso snocciola 13 titoli (a cui si aggiungeranno 2 film a sorpresa), tra cui tre italiani (Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi, E la chiamano estate di Paolo Franchi e Il volto di un'altra di Pappi Corsicato), le nuove opere di Roman Coppola, Takashi Miike, Valérie Donzelli, Alexey Fedorchenko. Nomi non proprio irresistibili. Ma il direttore non rinuncia alla stoccatina a chi l'ha preceduto: "Nella selezione del festival sono rappresentati 26 paesi diversi, non so quante edizioni passate ne hanno avuti tanti".

LUOGHI E COSTI - Il luoghi per le proiezioni saranno le sale dell'Auditorium, il Barberini e due tensostrutture "di cui una gigantesca - spiega il direttore - e ci saranno due formule per i prezzi dei biglietti, di cui una più popolare e accessibile". Il prospetto dice che gli abbonamenti andranno dai 250 ai 350 euro, mentre i prezzi dei biglietti singoli oscillano tra i 3 delle retrospettive al teatro Studio e al Maxxi e  30 della prima serata in Sala Sinopoli.

L'OMAGGIO A NICOLINI - Tra i tanti film che sfileranno all'Auditorium tra il 9 e il 17 novembre, tra concorso, fuori concorso, Cinemaxxi e la "riserva" Prospettive Italia ci saranno anche Le guetteur di Michele Placido, con Daniel Auteuil e Mathieu Kassovitz, La scoperta dell'alba, che la regista romana Susanna Nicchiarelli ha tratto dal romanzo omonimo di Walter Veltroni, e L'assolutezza del cerchio - Il G.r.a di Renato Nicolini del documentarista Gianfranco Rosi. "Più che un momento di ricordo, un omaggio e un ringraziamento a un personaggio importantissimo con cui si era instaurato un dialogo ideale sull'idea di riportare a Roma il Massenzio. Un dialogo ideale purtroppo interrotto bruscamente".

ALEMANNO: "COINVOLTE PERIFERIE E CINECITTA'" - Il sindaco Alemanno, poi, ha commentato la presentazione della kermesse da Villa Borghese, dove si presentavano le biciclette elettriche: "E' un programma d'eccellenza, suggestivo e coinvolgente che vedrà protagoniste anche le periferie e che sottolinea il forte legame tra Roma e il cinema. Sarà coinvolta anche Cinecittà ed il ruolo di Roma sarà più' forte. In pochi mesi è stato dato un nuovo slancio al Festival e di questo ringrazio il direttore e tutta l'organizzazione".


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