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Campidoglio, controlli di massa§nei centri a caccia di finti minori

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Tre minori non accompagnati scambiati per maggiorenni. Buttati fuori dal centro di accoglienza. Abbandonati per due notti in strada, senza un soldo. E infine condotti al Cie di Ponte Galeria. Salvo poi scoprire, grazie a ulteriori accertamenti medici, che si trattava di minorenni. Qualcuno li chiamerebbe “danni collaterali” dei controlli di massa disposti dal Campidoglio sui minori stranieri non accompagnati. L’operazione è partita circa tre settimane fa. E in gran silenzio. Senza alcuna autorizzazione o richiesta da parte dei magistrati, l’Unità operativa di sicurezza pubblica della Polizia locale di Roma Capitale (la stessa che viene impiegata per gli sgomberi nei campi rom) è stata inviata a fare ispezioni nei centri di accoglienza. È così cominciata quella che l’avvocato Salvatore Fachile – che sta seguendo la vicenda per conto dell’Asgi, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione – definisce “un inquietante rastrellamento di tutti i ragazzini stranieri arrivati a Roma nel 2012”. 

L’INDAGINE DELLA PROCURA– Facciamo un passo indietro. Da mesi la Procura di Roma indaga su un presunto business illegale legato alla gestione emergenziale dell’Emergenza Nord Africa. Il sospetto è che medici e vigili urbani compiacenti possano aver certificato la minore età di soggetti maggiorenni. Successivamente ospitati, come da regola, nei centri di accoglienza del Comune. “Nulla di tutto questo – precisa però l’avvocato Fachile – ha qualcosa a che fare con le ispezioni disposte dal Campidoglio. Che anzi si profilano, da un punto di vista strettamente giuridico, del tutto illegittime”.

40 VISITE IN 3 SETTIMANE– Arriviamo così al presente: “Senza alcuna autorizzazione da parte dei magistrati, dunque senza alcuna garanzia processuale”, nelle ultime tre settimane una quarantina di ragazzi sono stati invitati a presentarsi all’ospedale militare del Celio. Dove un’equipe specializzata li ha sottoposti a una seconda visita per accertare la loro età. “Si tratta – precisa Fachile – di una seconda visita, peraltro molto invasiva, perché tutte queste persone sono già state dichiarate minori da una struttura ospedaliera pubblica”.

“UN’OPERAZIONE ILLEGITTIMA”– Ma non solo. Il nodo centrale della vicenda riguarda la legittimità di questi controlli sanitari: “Il Comune – denuncia l’avvocato Fachile – non ha alcuna autorità per disporli. Non è possibile sottoporre una persona, per di più un minore solo, straniero e spaventato, a delle visite mediche nell’ambito di una procedura amministrativa”. Un esempio può forse aiutare a comprendere la portata di questa operazione: “Sarebbe come se un giorno, dopo aver saputo di un’indagine della Procura sui falsi invalidi, il Comune inviasse dei vigili a casa di tutti i cittadini che percepiscono una pensione d’invalidità, invitandoli a presentarsi in ospedale per una visita medica. Solo un magistrato può disporre una simile verifica. E solo nell’ambito di un procedimento penale a carico di singole persone”.

3 MINORENNI AL CIE– La questione è già diventata un caso politico. “Per appurare la presenza di eventuali finti minori nei centri – si chiedono Marta Bonafoni, consigliera della Regione Lazio, e Gianluca Peciola, coordinamento Sel Area Metropolitana di Roma – perché non si provvede a controlli mirati anziché a prelievi di massa? E chi sta dando l’autorizzazione a procedere a esami medici che necessitano o dell’ordine del magistrato o della richiesta medica? Quesiti delicatissimi e una situazione assai poco chiara, che nei giorni scorsi ha anche portato al rilascio di 3 minori stranieri i quali, a seguito dei controlli, erano stati condotti al Cie di Ponte Galeria, per poi essere sottoposti a nuovi esami medici e risultare viceversa minorenni”.

ALEMANNO E I 20 MILIONI– Sullo sfondo il sospetto che tutto nasca da un problema essenzialmente economico. Oggi a Roma si trovano quasi 2.800 minori stranieri non accompagnati, molti dei quali giunti sull’onda della cosiddetta “Emergenza Nord Africa”. Per legge, il Comune nel quale i ragazzi vengono identificati ha l’obbligo di accudirli e proteggerli. Garantendo loro tutti i diritti sanciti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo (1989): dalla salute all’istruzione, passando per la tutela dallo sfruttamento. Espellerli è impossibile. Se non dopo un provvedimento del Tribunale dei minori, che attesti comprovati motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato. Il risultato, si lamenta Alemanno in una lettera inviata a fine febbraio alla ministra dell’Interno Anna Maria Cancellieri, è che questi ragazzi hanno “comportato una spesa straordinaria nel 2012 di quasi 20 milioni”. Soldi che devono ancora essere rimborsati dal Governo. Sarà forse una coincidenza. Fatto sta che, dopo aver invano provato a battere cassa, il primo cittadino ha lanciato l’operazione “caccia al finto minorenne”. 

FUGHE DAI CENTRI– L’unico effetto ottenuto finora è però che alcuni ragazzi, spaventati, sono scappati dai centri, entrando nel circuito della clandestinità. “Saputo dei controlli – confermano Marta Bonafoni e Gianluca Peciola – in molti stanno fuggendo, mettendo così a repentaglio i loro diritti e la loro condizione di minori senza riferimenti familiari”. Anche al centro Matemù dell’Esquilino, dove pure non sono stati riscontrati casi, la voce si è sparsa rapidamente. E “i ragazzi – racconta Alessandro Bernardini, operatore del Cies – sono terrorizzati”. La mobilitazione è già partita. “Venerdì – annuncia a Paese Sera Lorenzo Sansonetti dello spazio pubblico autogestito Strike – andremo a manifestare sotto il Campidoglio. Insieme a noi ci saranno tante reti di solidarietà e naturalmente i minori dei centri di accoglienza”. Obiettivo? “Bloccare l’intera operazione”. Per rispetto della legge e dei diritti di questi ragazzi.


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