Ormai sembra una pratica consolidata. Ci sono delle società che assumono direttamente i lavoratori in Romania per poi impiegarli nei cantieri edili della Capitale. Si chiama dumping sociale. Lavoratori pagati a ore, senza diritti e in condizioni sanitarie precarie. La denuncia arriva da dal presidente della Cna di Roma Costruzioni, Alessandro Maruffi.
“Apprendiamo – spiega –, dalle segnalazioni che ci pervengono da imprese e sindacati di rappresentanza dei lavoratori dell’edilizia, che alcune società assumono i lavoratori in Romania per impiegarli nei cantieri di Roma”. I lavoratori vengono pagati secondo le leggi rumene, che prevedono compensi pari a meno della metà dei contratti nazionali italiani, senza che venga applicato il contratto integrativo provinciale e senza i versamenti dovuti agli enti bilaterali (associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro).
“Le segnalazioni pervenute evidenziano – continua Maruffi – una situazione inaccettabile e fortemente distorsiva della concorrenza. Chiediamo che vengano attivati quanto prima i controlli necessari ad accertare eventuali irregolarità, ed interventi volti a ripristinare le condizioni di una sana concorrenza nel mercato delle costruzioni, già duramente colpito dalla crisi”.
Una situazione, denunciano gli artigiani, che viene messa in pratica anche in cantieri pubblici. Per questo la Cna ha chiesto un intervento dell’Osservatorio sull’occupazione e le condizioni di lavoro a Roma, informando della situazione gli assessori capitolini alle attività produttive e ai lavori pubblici, Davide Bordoni e Fabrizio Ghera.