Ignazio Marino in vantaggio su Gianni Alemanno per la corsa a sindaco di Roma. A poco più di un mese dal voto nella Capitale i bookmaker internazionali danno le quote sul prossimo primo cittadino di Roma. Come riferisce Agipronews, il candidato del centrosinistra, secondo la sigla Betpassion, è il favorito per vincere la corsa elettorale: su di lui si gioca a 1,80, contro il 2,10 offerto per la conferma dell'attuale sindaco. Ottime chance anche per il candidato a 5 stelle Marcello De Vito, che secondo i quotisti può vincere a 2,50. Staccate le altre opzioni: Alfio Marchini, che è sceso in campo con una sua lista civica pagherebbe 25,00, qualsiasi altro nome è offerto a 35 volte la scommessa.
LA CRISI NEL PD - Ma il candidato sindaco del centrosinistra deve fare i conti con la crisi interna al Partito democratico, troppo vicina per far finta di nulla. Eppure e si limita a dire che questi “problemi non lo preoccupano e non interessano i romani”. A preoccuparsi sono però i suoi alleati. "Non vogliamo entrare nelle dinamiche interne ai partiti però la crisi della principale organizzazione della coalizione rischia di minare la tenuta politica della stessa - dichiarano Giancarlo Torricelli responsabile Area Metropolitana di Sel e Atlantide Di Tommaso del Psi - Per queste ragioni riteniamo non più rinviabile un forte rilancio dei valori, degli obiettivi e dei programmi di Roma Bene Comune che per questa città ancora rappresentano l’unica risposta valida per chiudere definitivamente con la drammatica fallimentare gestione del centrodestra. Invitiamo pertanto Ignazio Marino ha proseguire senza tentennamenti il percorso tracciato da Roma Bene Comune”.
LA LISTA CIVICA - Il candidato sindaco del centrosinistra, a circa un mese dal voto, promette un confronto con Alfio Marchini, l’imprenditore in corsa per il Campidoglio; attacca l’uscente Alemanno e presenta la sua lista civica. Pesca dall’antimafia, dal mondo della moda e della cultura; età media sui quarant’anni; 22 profili rosa in lista, su 48 aspiranti consiglieri, e una donna capolista.
UNA DONNA CAPOLISTA - Il senatore democratico affida la guida della sua truppa civica a Rita, direttrice della soprintendenza archeologica di Roma, da sempre impegnata a difesa dell'Appia antica. Con lei, tra i primi 10 posti, altri sei nomi dell’universo femminile: Viviana Broglio, imprenditrice agricola e fondatrice del 'Comitato salviamo Villa Adriana' contro la discarica di Corcolle. È un altro rappresentante di uno dei cavalli di battaglia di Marino: “Per una città più pulita e attenta”.
I NOMI IN ROSA - Emilia La Nave è ricercatrice del Cnr e fondatrice dell’associazione 'per Carlo Ricci' che si occupa dell'eliminazione delle barriere architettoniche. “Per una città a misura di bambini e senza barriere per i disabili”, come ripete da giorni il candidato sindaco. Nella sua squadra anche una giornalista: Daniela De Robert, inviata del Tg2 e presidente dell’associazione “Volontari in carcere”, per “ascoltare le voci dei più deboli”. E ancora Marinella Ogliaruso, giovane impegnata con i disabili e nelle case famiglia, Catia Fattorini, imprenditrice, scelta per "sottolineare l'importanza del settore manufatturiero e del Made in Italy". Elisabetta Stefanini, atleta paralimpica, “simbolo della lotta contro le malattie”.
L’IMPRENDITORE E L’AMICO MEDICO – Tra gli altri anche Stefano Dominella, presidente della Maison Gattinoni Couture, “simbolo - afferma Marino - di quanto può essere fatto per il rilancio economico della città”. Non manca l’amico e collega chiurgo: Giovanni Battista (Titta) Grassi, direttore del dipartimento di Chirurgia Generale e Oncologia del San Filippo Neri, voluto in lista, spiega Marino, “perché rappresenta il medico buono e non il chirurgo barone, molto noto non solo perché ha eseguito 25mila operazioni ma anche per la sua grande umanità”.
DIRITTI E ANTIMAFIA – In lista anche il radicale Riccardo Magi, che ha presentato le dimissioni da segretario romano dopo aver accettato la candidatura. Un’alleanza che arriva, anche se non c’è ancora nessun accordo ufficiale, dopo la firma di Marino dei 5 referendum “Roma liberi tutti”. Tanti punti di contatto, soprattutto “sui diritti civili: dal testamento biologico al registro delle unioni civili”, spiega Magi. In rappresentanza dell’antimafia Pio La Torre, presidente della Consulta in materia alla Provincia e figlio di Pio, ucciso il 30 aprile del 1982. Semplice il significato della sua adesione: “Spazzare via gli interessi criminali che sottraggono risorse e disintegrano i diritti”, spiega La Torre. Che punta a una commissione contro le mafie e “l’adozione da parte dell’assemblea capitolina della Carta di Pisa contro la corruzione”.
IL PD E “L’APPARATO IN ESTINZIONE” - Tanti i curricula tra cui ha scelto Marino, partendo dagli argomenti per lui strategici, e le donne in corsa. Ma il Pd ne perde una: Patrizia Prestipino, impegnata alle primarie e in lista per i democratici, ha ritirato la sua candidatura “per la condizione in cui versa il partito”, vittima “degli interessi personali, mentre l’obiettivo è strappare Roma al malgoverno Alemanno”. “I problemi interni – ribadisce invece Marino – non lo preoccupano”. E invita la Prestipino "a mettere a disposizione del nostro Comitato elettorale tutte le sue competenze e la sua profonda conoscenza di Roma: dal turismo al rapporto con le associazioni animaliste, fino alla sua spiccata sensibilità sulle politiche di genere". Poi, tornando alle crepe interne, lancia la stoccata: “In estinzione è l’apparato, non il Pd”, sottolinea l’autore della mozione che nel 2009 si contrapponeva a quella di Bersani, segretario dimissionario. Enzo Foschi, ex consigliere regionale e curatore della campagna del senatore, lancia “un appello al senso di responsabilità, se è rimasto”. “Le dispute tra correnti organizzate – aggiunge – non portano alla salvezza del singolo ma alla morte di tutti. Ma senza questo progetto lasciamo indifesi i più deboli”.
IL DUELLO CON GLI AVVERSARI - Marino prova a lasciarsi dietro le polemiche interne e si concentra su quelle con i suoi avversari. Ad Alemanno, che lo attacca sulla depenalizzazione delle droghe leggere, suggerisce di non pensare alle “droghe ma ai suoi amici in carcere”. A Marchini che lo accusa di essere parte “di chi ha portato il Paese allo sfascio” il senatore risponde invitandolo a “un confronto che si farà presto”. E mantiene il basso profilo nella disputa interna ai democratici. Imitando la strategia di Debora Serracchiani, neo governatrice del Friuli Venezia Giulia. La tattica è equidistanza dalle correnti e vicinanza con i cittadini. Perché il suo “partito – ripete da giorni – è Roma”.