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Due femminicidi a Roma in 24 ore§Uccise Chiara e Alessandra

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Sono due le donne ammazzate dalla violenza degli uomini in poco meno di dodici ore a Roma. Una ragazza di 30 anni a Dragona, nella periferia di Ostia, accoltellata a morte, e una giovane di 27 anni all’Aurelio, contro la quale il compagno ha scaricato la pistola prima di spararsi. Tra ieri pomeriggio e la sera di giovedì nella Capitale, ma anche nel resto del Paese, si è costretti ad assistere con orrore all’escalation del femminicidio. In entrambi i casi alla base dei delitti sembrerebbe esserci quelle che si scrive movente ‘passionale’ e si legge però violenza di genere. 

L’OMICIDIO ALL’AURELIO - Si chiamava Chiara Di Vita, 27 anni soltanto, la giovane moglie di Cristian Agostini, 39 anni, guardia giurata. Intorno alle 17.30 di ieri la tragedia all’interno di uno scantinato al civico 565 di via Aurelia. Lui le spara, freddandola. Poi rivolge l’arma contro se stesso e la fa finita. A dare l’allarme i vicini di casa che sentono gli spari. Quando la polizia arriva sul posto non c’è più nulla da fare per nessuno dei due. La coppia, sposata, aveva un bambino che al momento dell’omicidio-suicidio era a scuola. Sul caso indaga la polizia.

L’OMICIDIO A DRAGONA – Ed è di nuovo a Dragona che ieri l’altro si scatena la furia omicida di un assassino che al momento resta sconosciuto. Sono le 22.30 quando un passante nota un corpo di donna, immerso nel sangue, riverso a terra accanto ad uno scooter in via Riserva del Pantano, una strada poco illuminata, un po’ isolata, che degrada verso i campi. L’uomo pensa a un incidente. Sul posto arrivano una volante e l’ambulanza. La donna, agonizzante, viene trasportata a sirene spiegate all’ospedale Grassi, ma la corsa è inutile. La donna, nonostante gli sforzi dell’equipe medica, non ce la fa. Sono proprio i sanitari, nel tentativo di soccorrerla, che si rendono conto che la giovane, poi identificata per Alessandra Iacullo, 30 anni, non è morta a seguito delle conseguenze di un incidente ma è stata accoltellata. Fendenti l’hanno raggiunta al volto, alla gola, alle braccia, all’addome. Una trentina di coltellate, sembra. Una furia cieca. 

L’AUTOPSIA – Questa mattina il corpo di Alessandra sarà sottoposto ad autopsia come disposto dalla magistratura: sarà l'esame a chiarire ulteriori dettagli sulle cause del decesso. Le indagini sono affidate al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e al pubblico ministero Paola Filippi, coadiuvati dalla squadra mobile. Ma già ieri il dottor Antonio Franco, dirigente del commissariato di Ostia, ha tenuto a chiarire che “il delitto non si deve alla criminalità organizzata: si ipotizza il movente passionale ma tutte le piste saranno vagliate”. Per tutta la giornata di ieri gli uomini della scientifica hanno passato al setaccio la zona, scandagliando un canale di bonifica, e rinvenendo alla fine la custodia di un coltello di 12 cm, la probabile arma del delitto. Intanto, vengono esaminati i tabulati telefonici dei due cellulari che i sanitari del 118 hanno consegnato agli inquirenti insieme ad un portafogli per cercare di ricostruire le ultime ore di vita della trentenne prima del suo appuntamento con la morte. 

LA VITTIMA – Alessandra era ragazza solare, afferma chi la conosceva a Dragona, quartiere dove abitava in via Felice da Montecchio. “Una ragazza per bene”, dice una donna che si dichiara amica di famiglia. Alessandra viveva con la madre di 47 anni e la sorellina. Il padre, un cuoco, è morto d'infarto tre anni fa. Un grande dolore per lei, come dimostrerebbero anche alcuni post sulla sua bacheca di Facebook. Faceva lavoretti saltuari: assistenza agli anziani, quindi impiegata in un negozio di animali, da ultimo baby-sitter. Una famiglia modesta. Gli studi interrotti al secondo anno delle superiori. Nessun fidanzato. Per lo meno a sentire amici e conoscenti. Il suo sogno? Assistere ad un concerto di Laura Pausini, la sua cantante preferita. Ieri sul luogo dove è stata barbaramente uccisa si sono recate anche la mamma e la sorella. Una scena straziante. Sono stati deposti fiori e candele. 

L’OMICIDIO FIORETTINI -  Anche Guglielmo Berettini, 42 anni, che adesso è in condizioni disperate all’ospedale San Camillo, è una guardia giurata. Anche lui, come Cristian Agostini, ha scaricato la pistola d’ordinanza contro l’ex moglie, Michela Fiorettini, 41 anni, infermiera al reparto dialisi dell’ospedale Grassi di Ostia, ‘colpevole’ di non volerlo più. Poi, dopo averla ammazzata sul viadotto Zelia Nuttal, a Dragona, nell’hinterland del municipio X, (ex XIII), si è puntato la pistola alla tempia ed ha fatto fuoco. Ma non è morto. Le loro figlie, Gaia e Aurora, di sei e dieci anni, sono rimaste orfane di madre e affidate ai nonni materni. Il dramma il 18 aprile scorso, due settimane fa.


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