"A nome di tutta la città di Roma, voglio esprimere il più profondo dolore per la morte di Giulio Andreotti. E’ stato probabilmente l’uomo politico nato nella Capitale più rappresentativo della storia repubblicana recente, oltre a essere una persona di grande spessore umano e di incredibile dottrina sia culturale che politica. Le mie più sentite condoglianze ai familiari". Così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, appresa la notizia della morte del senatore a vita, scomparso stamattina nella sua abitazione di corso Vittorio 326.
Alla dichiarazione del sindaco segue una valanga di commenti. Da destra a sinistra. "Oggi perdiamo una delle più grandi figure della storia italiana - dichiara la deputata Renata Polverini (PdL) - Giulio Andreotti ha segnato tanti momenti fondamentali delle nostre istituzioni. Ai figli e a tutta la famiglia le mie più sentite condoglianze." Si commuove l'avvocatessa Giulia Bongiorno lasciando il palazzo dove abitava Andreotti."Se ne va una persona speciale - ha detto - Sentiamo già una grande mancanza. Sentiremo dire tante cose ma se ne va una persona speciale".
Esprime dispiacere anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Con lui scompare una figura che ha accompagnato l’evoluzione delle istituzioni repubblicane - dichiara - Alla sua famiglia voglio rivolgere le più sincere condoglianze a nome mio e della Regione Lazio”. Il candidato sindaco del centrosinistra Ignazio Marino ricorda Andreotti come "un padre costituente, un politico di lungo corso la cui attività politica ha segnato una parte significativa della vita della nostra Repubblica. Una figura in alcuni casi discussa ma che è, sicuramente, parte della memoria di questo Paese".
Si inchina invece alla memoria del senatore a vita Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra. "Di Giulio Andreotti - spiega - ho il bellissimo ricordo maturato negli anni in cui ho presieduto la Regione Lazio. Apprezzò il contributo dell’amministrazione alla redazione del piano regolatore della città di Betlemme. Presentò il nostro nuovo Statuto nella sede della regione e, infine, mi emozionarono le sue parole di apprezzamento durante la campagna elettorale del 2005. L’Italia ha perso un grande statista ".
Evita ogni retorica la capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Giorgia Meloni, che commenta: "Con Giulio Andreotti se ne va il politico simbolo della Prima Repubblica e della storia d’Italia dal dopoguerra al 1994, con tutto il carico di luci ed ombre che questo comporta. Da una parte il boom economico, il miracolo italiano, una Nazione che arriva ad essere la quinta potenza economica del mondo. Dall’altra un’Italia bloccata dal clientelismo, del debito pubblico e dei troppi segreti che ancora attendono una risposta. Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza".
Usa toni entusistici il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori. “Con Andreotti scompare uno dei maggiori protagonisti della vita politica e democratica del Paese del dopoguerra, la personalità che forse più di ogni altra ha rappresentato la continuità del ruolo di governo e della centralità politica della Democrazia cristiana nella storia della prima Repubblica''. "E' stato un grande uomo di pace - aggiunge - rispettato in Europa e nel mondo, capace di rimanere umile anche nel suo essere uomo di potere, amato e odiato, ma sempre rispettato anche dai suoi più acerrimi avversari. La sua attenzione per i giovani e la sua capacità di formare, di far crescere nuove classi dirigenti è un ulteriore insegnamento che lascia alla politica italiana".