È nato a Genova, ma non si vede come un marziano. Anzi, anche se nato da madre svizzera e padre siciliano, lui si sente romano a tutti gli effetti. Così, dopo 40 anni trascorsi nella Capitale, ha deciso di candidarsi come sindaco per quella che ritiene la sua città. E, nel videoforum di oggi pomeriggio a Repubblicatv, spiega le sue idee per rilanciare Roma: dalle municipalizzate alle buche, dal lavoro all'Imu. E dopo il Campidoglio: “Torno a fare il medico”.
L'ESPERIENZA DA MEDICO - Rivendica la sua esperienza come chirurgo, vita precedente a quella politica che lo aiuta “a individuare i problemi e le soluzioni in tempi brevi”. Come breve è la sua esperienza nelle istituzioni. Eletto senatore, carica da cui si è dimesso dopo la vittoria alle primarie del centrosinistra (in attesa della decisione di palazzo Madama). “Ci tengo – spiega Marino ai microfoni del quotidiano di largo Fochetti – a chiudere la mia carriera con un ruolo amministrativo: cosa c'è di più esaltante e coinvolgente di fare il sindaco?”
IL VOTO PER IL COLLE - Inevitabile partire con i fatti di Genova, dove la torre del porto è stata abbattuta da una nave. Una notizia che scuote il candidato dem perché “quel luogo mi è familiare, visto che mio padre lavorava all'Ansaldo”. Poi un flash sull'elezione del presidente della Repubblica e la sua scelta di votare per il costituzionalista Stefano Rodotà. “Che rappresenta l'unione per la carica di capo dello Stato”. E avvicina il candidato del centrosinistra ai Cinquestelle, nella speranza di cogliere i frutti di questa mossa al ballottaggio di giugno. Poi però ha obbedito agli ordini del suo partito: prima il sì all'ex premier Romano Prodi, poi la preferenza per il Napolitano-bis.
PER IL PD SCELGONO ALTRI - Sulle ansie del Pd e la segreteria decapitata proprio sulla scelta per il Quirinale non si schiera. “Sono totalmente concentrato su Roma – sottolinea Marino – e nessuno dei cittadini che incontro per strada mi chiede se ci sarà un reggente o un segretario”. I problemi da affrontare per lui sono altri: decoro, buche, lavoro, urbanistica e periferie.
CASA - Ma si parte dall'Imu. Per il senatore dimissionario l'imposta deve “essere basata sul principio di proporzionalità del reddito reale, non quello catastale”. L'esempio è quello classico: “Una pensionata con 800 euro in busta paga e una casa ereditata che ha un elevata rendita è iniqua”. Lo dimostra l'aumento delle vendite delle nuda proprietà che, nei 5 anni di Alemanno, “passa dalle 2mila alle 9mila”.
UNA COMUNITA' PER LA CAPITALE - Capitolo decoro. Iniziando dai camion bar, molti dei quali fanno riferimento alla famiglia Tredicine (con X consigliere in aula Giulio Cesare). “No money, no mission”, risponde Marino. Il problema è sempre lo stesso: la macanza di risorse che vanno recuperate dall'economia culturale. “Cinecittà – spiega il candidato sindaco – deve tornare ad essere un centro produttivo: dalle riprese al montaggio, fino alla post-produzione”. Rispettando il prinicipio di comunità e non “di una Capitale divisa per Municipi”.
AMA, ATAC, ACEA - Nota dolente quella delle municipalizzate. “Nominerò un amministratore unico, che abbia competenze specifiche e abbia un salario commisurato ai risultati raggiunti”. Ma Alemanno ha già fatto il suo blitz, rinnovando i vertici di Ama, Atac e Acea. “Preferisco pagare delle penali mandandoli a casa – va giù duro Marino – piuttosto che far pagare per anni le inefficienze dei direttori generali”. Che, a volte, portano a casa un assegno che sfiora i 2 milioni di euro.
LA VIVISEZIONE - Ma non si può non tornare sull'aggressione degli animalisti, subìta sabato scorso a Campo de' fiori, per le sue posizioni sulla vivisezione. Marino ribadisce, con convinzione, la sua posizione: “Se avessi una figlia malata di leucemia la curerei con farmaci sperimentati sugli animali. E' bene che si sappia che ogni farmaco è usato almeno una volta sui roditori”.
"CHIUDERE I FORI" - Solo a Roma il Colosseo poteva diventare una rotonda per auto e moto. E il candidato al Campidoglio chiude con un'altra promessa: “Nei primi cento giorni pedonalizzerò i Fori imperiali, per creare il parco archeologico più grande della terra”. Poi basta con la politica. Per tornare alla sua vita precedente: quella che lo vedeva con il camice bianco.