Quantcast
Channel: PaeseSera.it > Homepage
Viewing all articles
Browse latest Browse all 6467

Verde urbano, 560 ettari che il Comune ha dimenticato§Parchi, aree naturali e casali mai ristrutturati

$
0
0

Aree verdi previste e mai ultimate, cumuli di sterpaglie al posto di parchi pubblici. Terreni sottratti alla speculazione edilizia che potrebbero essere utilizzati dalla cittadinanza, ma giacciono nel più completo abbandono. L'area del Borghetto San Carlo (22 ettari) è solo una piccola parte dei 560 ettari di verde urbano che andranno ad affiancare i 3932 ettari esistenti sul territorio comunale. Tutti terreni già acquisiti e non ancora utilizzati o da acquisire nei prossimi anni, frutto dei Piani di Zona, dei Comprensori Convenzionati, degli Accordi di Programma e delle Compensazioni previste con il Nuovo Piano regolatore e la variante delle Certezze.

L'elenco, compreso nella “Relazione sullo stato dell'ambiente” del Comune di Roma, aggiornato al dicembre 2012, prevede 28 aree differenti. Piccole metrature, come il comprensorio Riserva Verde Infernetto (1568mq) o grandi appezzamenti come il Parco delle sabine (140 ettari) e il Parco Archeologico Tiburtino (140 ettari). Terreni di differenti dimensioni e caratteristiche, accomunati da un unico destino: fra l'acquisizione patrimoniale e l'effettiva fruibilità passano spesso anni in cui la burocrazia dissipa nel tempo gli oneri già previsti e magari erogati per le riqualificazioni. Perchè non basta solo il verde per avere un parco. Servono strutture, funzioni e investimenti che ne garantiscano la sopravvivenza anche dopo la presa in carico del comune di Roma.

LE OPERE ATTESE - In molti la casi la riqualificazione di queste aree è affidata direttamente ai costruttori. Che non sempre procedono nei tempi previsti. A Talenti, il parco (50 ettari) che avrebbe dovuto realizzare il costruttore Mezzaroma in funzione dell'area residenziale “Rione Rinascimento”, è ancora un'utopia. “Il 4 febbraio 2011 era stato annunciato che il parco sarebbe stato consegnato in 22 mesi – denunciava il Coordinamento per la Rete Ecologica del IV Municipio, durante una manifestazione dello scorso aprile - Ad oggi ne sono passati 26 ed è stata consegnata la sola area cani (poco meno di 2 ettari; meno di un decimo del parco previsto) senza alcuna manutenzione ordinaria, e senza illuminazione, con rischio sicurezza per tutti i cittadini”.

Poco importa che il “fantascientifico” Rione Rinascimento, che sul sito commerciale annovera all'interno del parco anche una fantomatica fermata della metro D, sia ormai stato edificato. Il verde può aspettare, anche perchè, quando queste aree finiscono fra le mani pubbliche, rischiano di morire immediatamente. “Queste aree dovrebbero divenire il motore di una nuova economia verde – spiega Luigi Tamborrino, portavoce dell'associazione Territorio Roma - è impensabile che se ne occupi il servizio Giardini come spesso accade”. Nell' area verde dell'ex consorzio Papareschi, a ridosso degli scheletri della ex Miralanza, sarebbe dovuto sorgere un parco attrezzato. Per ora però ci sono solo sterpaglie e il comitato di quartiere Marconi proprio pochi giorni fa ha dato vita a una petizione on line. Una sorte simile sarebbe toccata all'area ex Confcommercio di Via Rosa Raimondi Garibaldi, attigua alla ex Fiera di Roma (45 ettari), presa in carico un anno fa da Legambiente gratuitamente Nessuno si occupava della gestione, anche se dal municipio c'era chi proponeva di intitolarla a Bettino Craxi.

IL CASO DI BORGHETTO SAN CARLO - Il caso del Borghetto San Carlo (22 ettari), dove la riqualificazione dell'area non può non prescindere dalla ristrutturazione degli stabili presenti, somiglia molto da vicino alla vicenda dei casali nel comprensorio Consorzio Torrino Nord. Erano il ricovero dei lavoratori del consorzio Torrino Nord, ma, passati al comune di Roma nei primi mesi del 2012, si sono trasformati in una terrra di nessuno. Nel quartiere c'è chi vorrebbe realizzarci una biblioteca, il comune di Roma invece preferisce aspettare. E in un anno e mezzo non ha fatto nessun bando per quei casali che velocemente si stanno degradando.

TOR MARANCIA - Per molte delle aree, già cedute da tempo dai privati, a rallentare la riqualifizione è proprio la burocrazia amministrativa. Il caso più eclatante è quello relativo ai terreni della Tenuta di Tor Marancia, ceduta al comune di Roma ormai nel 2006, dopo che l'area, un tempo edificabile, venne dichiarata riserva naturale e annessa al parco dell'Appia Antica. I proprietari terrieri vennero compensati con altri terreni su cui costruire e con circa 11 milioni di euro, derivanti dagli oneri concessori, il comune avrebbe dovuto mettere in sicurezza l'intera area, restaurare i casali, realizzare i sentieri e l'illuminazione e attrezzare il parco, un'area verde di oltre 200 ettari in parte inaccessibile. Secondo il ruolino di marcia imposto dal comune con la delibera 14 del 2.8.2010, tutto doveva essere ultimato entro e non oltre nel dicembre 2012. Data in cui i lavori non erano nemmeno partiti. 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 6467

Trending Articles