Si ripete per il terzo anno, nella Capitale, il "rito" della marcia nazionale dei Pro Life, che percorre la città tra bandiere e striscioni per dire che l'aborto è un omicidio e che è la relativa legge 194, semmai, a dover essere abortita. Un corteo che vuole denunciare i frequenti “attacchi alla vita umana innocente”, scagliarsi anche contro la pillola del giorno dopo, e che lo scorso anno vide la partecipazione del movimento di estrema destra Forza Nuova, nonché del Movimento politico cattolico di Militia Christi. Oggi la marcia degli antiabortisti, che riunisce il "popolo delle parrocchie" e il cattolicesimo più tradizionalista, parte alle 9 dal Colosseo, benedetto e accompagnato dal sindaco Alemanno. Contemporaneamente, a Campo de' Fiori andrà in scena quella che è una sorta di "contro-marcia" che, al contrario, è stata vietata dalla questura. Si tratta della manifestazione "Nessuna marcia sui nostri corpi", indetta da collettivi di donne, realtà sociali e politiche, singole cittadine.
NO DELLA QUESTURA AL CORTEO CONTRO IL FEMMINICIDIO - Mentre veglia sulla Marcia per la vita, la questura ha appunto detto no al corteo contro il femminicidio, organizzato in contestazione alla “Marcia per la vita” e per ricordare Giorgiana Masi, la studentessa uccisa durante una manifestazione nel 1977. "Dopo 2 giorni di trattativa con la Questura di Roma - avevano fatto sapere i promotori dell'iniziativa - abbiamo avuto il divieto di manifestare in qualsiasi luogo adiacente al percorso della marcia". Il motivo ufficiale è "motivi di ordine pubblico". Ma "Giorgiana Masi - hanno detto i comitati - come centinaia di persone il 12 maggio del 1977 erano in strada sfidando, anche quella volta, il divieto di manifestare". Per questo hanno fatto sapere che "Oggi come ieri saremo nelle strade del centro di Roma, partendo da Piazza Campo de Fiori fino ad arrivare a Ponte Garibaldi. Con o senza autorizzazioni noi costruiremo la nostra giornata. La nostre vite sono autodeterminate e la nostra rabbia non si placa".
"CONTRO LE UCCISIONI DELIBERATE E I CORTEI BLASFEMI" - Sul sito della Marcia per la vita, invece, si spiegano bene i motivi della manifestazione. Perché non si può rimanere impassibili di fronte agli "attacchi alla vita umana innocente", che "sono sempre più numerosi, e nuovi strumenti di morte minacciano la sopravvivenza stessa del genere umano: Ru486, Ellaone, pillola del giorno dopo ecc.". Secondo i Pro Life, infatti, "Da oltre trent’anni una legge dello Stato (la 194/1978) regolamenta l’uccisione deliberata dell’innocente nel grembo materno e i morti si contano a milioni". Per questo, precisano, "La terza edizione della marcia sarà a Roma, centro della cristianità e del potere politico. Le strade della capitale sono state attraversate, anche recentemente, da numerosi cortei indecorosi e blasfemi; il nostro corteo vuole invece affermare il valore universale del diritto alla vita e il primato del bene comune sul male e sull’egoismo". Una marcia, ricordiamo, nata nella Capitale tre anni fa, sotto la giunta Alemanno. Che la patrocina e vi sfila orgoglioso.