L'appello parte da Torino e arriva dritto a Roma. È firmato dagli editori presenti al Salone del libro e si aggiunge alla domande che si pongono in molti: il Festival delle letterature nella Capitale si farà? Perché manca la copertura finanziaria del Campidoglio e l'evento è già slittato a causa delle elezioni comunali del 26 e 27 maggio. Oggi, oltre i soldi, non c'è una data e il programma. Così dopo la denuncia della direttrice Maria Ida Gaeta; anche il candidato sindaco del centrosinistra, Ignazio Marino, chiede risposte al primo cittadino uscente, Gianni Alemanno.
LA BASILICA - La location prevista è la Basilica di Massenzio. Ma non c'è il cartellone e, soprattutto, i 400 mila euro per mettere in piedi l'evento. Nato nel 2002, era previsto in un primo tempo dal 23 maggio al 27 giugno. Le amministrative lo portano dall'11 giugno al 3 luglio. Scelta che fa suonare il campanello d'allarme per nomi noti come Feltrinelli, Einaudi, Fandango, Mondadori. Così, nella città della Mole, si organizzano e scrivono una lettera aperta.
LA LETTERA - Si dicono “sorpresi e rammaricati”. “Non solo si rischia di annullare una manifestazione che ha ottenuto negli anni considerazioni e collaborazioni di importanza nazionale e internazionale – mettono nero su bianco – ma la si espone al rischio di perdita di affidabilità e credibilità”. La direttrice artistica dice di non aver avuto nessuna comunicazione di sospensione, “quindi per me si farà”. “Sarebbe sconfortante – aggiunge la Gaeta – dover far saltare tutto, così come sarebbe impensabile spostarla in un altro periodo dell'anno, dopo l'estate, quando in Italia ci sono programmate tantissime manifestazioni del settore”.
I FONDI - In difesa del festival, a ingresso gratuito e organizzato dalla municipalizzata Zetema, anche Ignazio Marino. “La dodicesima edizione è a rischio e noi vogliamo delle risposte da Alemanno”. Così raccoglie “il grido d'allarme della direttrice artistica e lo facciamo nostro”, aggiunge il senatore. A preoccupare di più, oltre lo slittamento delle date, soprattutto la copertura finanziaria: quei circa 400mila euro che mancano all'appello. Tutto colpa dell'amministrazione che, secondo il candidato sindaco del centrosinistra, “mette a rischio la credibilità dell'evento, raggiunto dopo anni di successi”.
LE REAZIONI - Situazione “inaudita” per Alfio Marchini. L'imprenditore che corre per il Campidoglio, con la sua lista civica dal cuore spezzato, sottolinea come “Alemanno abbia messo in difficoltà una kermesse internazionale che porta prestigio e turismo nella Capitale”. La sua capolista, Francesca Longo, chiede “rispetto per chi lavora nel settore trainante della nostra città. Paradossale che in un momento di crisi venga cancellata un'iniziativa così importante”.
Così, nel giorno della notte dei musei, per la cultura la notizia rischia di essere un'altra. E il motivo è “l'assenza di programmazione”, per Silvio Di Francia. L'ex assessore capitolino alla Cultura, oggi impegnato nel comitato elettorale di Marino, attacca il sindaco uscente e gli suggerisce la linea del silenzio. Scelta che avrebbe dovuto adottare anche per la festa del Cinema e l'Estate romana. Perché per questo settore, “come per tutti gli altri, - ricorda l'ex assessore – bisogna programmare”. Metodo di lavoro valido soprattutto per gli eventi culturali: “L'assenza di lungimiranza - spiega Di Francia - si traduce in crisi”. La soluzione? “Poteva essere una variazione nel bilancio comunale – conclude – per utilizzare i fondi destinati a festicciole e sagre”.