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Le mani della 'ndrangheta sugli appalti nel Lazio§L'accusa: "Dai clan sostegno a consigliere regionale"

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Da Vibo Valentia volevano espandere i loro affari (con metodi per lo più illeciti) nel settore dei lavori pubblici e degli appalti in altre zone d'Italia, soprattutto al Nord e nel Lazio, dove avevano anche promesso sostegno elettorale ad un candidato (non indagato) alle elezioni del Consiglio Regionale del Lazio del 2010, in seguito eletto. Con l'operazione 'Libra' stamattina in diverse località della provincia di Vibo Valentia, a Roma, Milano, Bologna, Brescia, Padova e Verona, i militari del carabinieri e Guardia di Finanza di Vibo Valentia hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di venti persone (in maggioranza imprenditori) emesso dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Procura - Dda, nei confronti di esponenti e sodali della cosca della 'ndrangheta Tripodi di Vibo Valentia. I reati ipotizzati sono associazione di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, usura, estorsione, illecita detenzione di arma comune da sparo e frode nelle pubbliche forniture.

GLI ARRESTI - Le persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'operazione "Libra" sono: Nicola Tripodi, 65 anni; Sante Mario Tripodi, 40 anni; Antonio Tripodi, 49 anni; Orlando Tripodi, 27 anni, tutti di Porto Salvo, frazione di Vibo Valentia; Salvatore Vita, 38 anni, di Vibo Valentia; Francesco Comerci, 38 anni, dei Messina; Massimo Murano, 40 anni, di Busto Arsizio (Va); Cristian Sicari, 28 anni, di Tropea; Giovanni Aracri, 43 anni, di Vibo Valentia; Maria Alfonsa Farfaglia, 44 anni, di Vibo Valentia; Gregorio De Luca, 35 anni, di Vibo Valentia; Raffaele Acanfora, 45 anni, di Scafati (Sa); Daniele Marturano, 40 anni, di Vibo Valentia; Orazio Mantino, 41 anni, di Vibo Marina. Agli arresti domiciliari si trovano: Roberto La Gamba, 27 anni, di Soriano Calabro (Vv); Francesco La Tesse, 28 anni, di Vibo Valentia; Simon Schito, 31 anni, di Milano; Francesco Lo Bianco, 39 anni, di Vibo Valentia. Misura cautelare rigettata per: Antonio Chirico, 26 anni, di Vibo Marina; Luciano Franzoni, 35 anni, di Vibo Valentia; Daniele Prestanicola, 31 anni, di Vibo Valentia; Gaetano Staropoli, 46 anni, di Vibo Valentia; Giuseppe Vita, 47 anni, di Vibo Valentia.

LA CENA ELETTORALE - Secondo gli investigatori, uno degli arrestati, il titolare della società Edil Sud, Francesco Comerci, di 37 anni, sarebbe stato in contatto con Paolo Coraci, residente a Roma e fondatore di una loggia massonica e del movimento politico ''Liberi e Forti''. Per l'accusa, nel 2010 Comerci avrebbe partecipato ad una cena elettorale per sostenere la candidatura al consiglio regionale del Lazio di Raffaele D'Ambrosio. In quella circostanza, sempre secondo l'accusa, Coraci avrebbe chiesto a Comerci il sostegno elettorale in favore di D'Ambrosio in cambio di appalti nel Lazio. Né D'Ambrosio né Coraci sono indagati.

I SEQUESTRI - Contestualmente è stato eseguito anche un decreto di sequestro preventivo emesso dalla Dda di Catanzaro nei confronti di 19 aziende e 25 persone con il sequestro di 45 immobili (tra terreni, fabbricati, appartamenti e pertinenze) e conti correnti riconducibili ai destinatari del provvedimento per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro. Tra i beni sequestrati ci sono due bar nel pieno centro a Roma, un altro in provincia di Milano e immobili di pregio tra Roma e Milano. L'operazione conclude una complessa e prolungata attività investigativa, che ha permesso di ricostruire le attività illecite della cosca Tripodi tra il 2006 e il 2012, le dinamiche interne ed esterne e i variegati interessi economici in diverse Regioni.

LIBERA: "NELLA CAPITALE BEN 18 I LOCALI SEQUESTRATI"  - "Ci stupiamo chi si stupisce, ormai lo dicono le relazioni antimafia, lo dimostrano le inchieste, lo confermano i sequestri : bar ristoranti, locali sono tra le attivita' preferite della criminalità organizzata per riciclare il denaro. Ristoranti, pizzerie, locali della movida sono gigantesche lavanderie intestati a prestanome e usati come copertura per riciclare i soldi sporchi e dove spesso si nasconde l’intreccio tra mafia, impresa e politica. L´obiettivo delle cosche, del resto, è fare affari e non deve sorprende la loro presenza dove è alta la possibilità d´investimento. Solo nella Capitale, con l'operazione di oggi , sono ben 18 i locali, tra bar e ristoranti, sequestrati alla ‘ndrangheta. Una penetrazione che fa leva su meccanismi oramai consolidati, Ristrutturano con frequenza, giocano sui giri di fatture gonfiate, chiudono e ricominciano da un’altra parte con un turn over frenetico che necessita di una vigilanza e di un monitoraggio preventivo sui contratti di acquisto e sulle licenze e che deve richiamare alla responsabilità tutti gli attori preposti ai controlli preventivi per debellare una delle nuove frontiere di investimento mafioso". Lo comunica, in una nota, Libera.


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