Alitalia, situazione sempre più critica: in previsione altri mille esuberi. La lunghissima vertenza che vede al centro l’ex compagnia di bandiera “si arricchisce” di nuove drammatiche pagine. Non solo da venerdì 12 ottobre è finita la cassa integrazione per circa 4mila ex dipendenti della “vecchia” Alitalia, ma per loro si è aperta la mobilità, anticamera del licenziamento. Un tunnel verso il nulla, l’hanno definita i lavoratori che venerdì scorso hanno manifestato in massa davanti al ministero del lavoro di via Veneto, a Roma.
NUOVI TAGLI – “Per i dipendenti della nuova compagnia, Alitalia Cai, sono in arrivo altri tagli: martedì sarà presentato il nuovo piano industriale e prevista la cassa integrazione per circa mille impiegati che si aggiungerebbero ai 700 di marzo” dichiara Cristian Terrevoli, leader del Movimento Progetto tricolore, per lungo tempo responsabile della consulta del trasporto aereo Pdl. “Il cammino di Alitalia è arrivato a una svolta difficilissima: finita la cassa integrazione per quelle migliaia di ex assistenti di volo e piloti della vecchia compagnia, ormai in liquidazione, ecco la mobilità” sottolinea Terrevoli.
IL NUOVO PIANO - Il nuovo piano industriale sarà presentato ai sindacati martedì 15 ottobre. Altri mille lavoratori in cassa integrazione, che si andrebbero ad aggiungere ai 700 messi a riposo forzato dal marzo scorso su un totale di 14.500 lavoratori. In questo quadro, a pagare scelte strategiche che si sono rivelate sbagliate, ossia puntare soprattutto su corto e medio raggio, saranno i dipendenti. Secondo quanto riferisce il leader del Movimento, i dettagli del piano non sarebbero ancora noti ma, secondo le indiscrezioni i tagli dovrebbero colpire soprattutto gli impiegati addetti ai settori commerciale, elaborazione dati e amministrazione, le cui attività potrebbero subire anche una parziale esternalizzazione. E incombe inoltre il rischio di un ridimensionamento ulteriore delle aree di manutenzione, già ridotte a vantaggio delle officine del socio forte, Air France.
LA CRISI – Il bilancio del trasporto aereo di Fiumicino? Profondamente in crisi. A pesare non soltanto la situazione disastrosa di Alitalia Cai ma anche quelle delle società dell’indotto. A cominciare dalla Flight Care con i suoi 380 lavoratori in cassa integrazione, dall’Argol e dalle società che effettuavano le pulizie all’interno dello scalo (l’altro giorno i dipendenti della Snam hanno manifestato davanti alla villa del patron della Lazio, Lotito). Ci sono poi in ballo i processi di esternalizzazione di settori aeroportuali importanti portati avanti dalla società di gestione dello scalo a concessione governativa Aeroporti di Roma.