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Esposto contro la Polverini§"Ritarda voto per trarne vantaggio"

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Ritardare le elezioni "per trarne un vantaggio". È la strategia dell’ex governatrice Renata Polverini, che per l’avvocato Luigi Pellegrino si traduce nel reato di abuso d’ufficio. Per questo il legale, incubo del centrodestra – è l’uomo dei ricorsi sulla lista del Pdl alle regionali del 2010 e sulle quote rosa della giunta Alemanno – stamane presenterà un esposto alla Procura di Roma, su mandato  del Movimento in difesa del cittadino.
In base all’articolo 323 del codice penale, sottolinea Pellegrino, “l’ex presidente trae un vantaggio violando una legge”. La norma infranta è la numero 2 del 2005, varata dalla Regione, che obbliga a  convocare le elezioni “entro novanta giorni”. Il dibattito è incentrato tutto sul significato del verbo “indire”. Per il centrosinistra, supportato dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, indire si traduce con convocare e svolgere. Non è dello stesso avviso Polverini. Ma l’avvocato nel suo esposto è pronto a smentire l’ex governatrice. “Esiste anche una sentenza della Consulta, la 196 del 2003, - spiega – in base alla quale il termine significa svolgere le elezioni”.
INDIRE LE ELEZIONI ENTRO IL 31 OTTOBRE - Secondo questa scuola di pensiero, l’ultimo giorno utile per stabilire la data delle urne è il 31 ottobre. Dopo scadrebbero i termini per aprire i seggi a dicembre. Perché bisogna considerare anche i 45 giorni necessari per i comizi elettorali. “Se Polverini superasse quella scadenza – minaccia Pellegrino – chiederemmo al procuratore capo Pignatone di procedere contro di lei”. Perché il vantaggio, secondo l’avvocato, è evidente per l’ex governatrice e i dirigenti da lei nominati, che “continuano a percepire lo stipendio”.
DUE RICORSI - Ma non sono le uniche azioni messe in campo dai cittadini. Sono già due i ricorsi: uno inviato al Tar e l’altro alla Corte dei Conti. Intanto è già pronta una diffida da presentare a Cancellieri. “Se non si vota prima della fine dell’anno – conclude il legale del Movimento in difesa del cittadino – inviteremo il ministro a rimuovere il presidente della Regione per aver compiuto gravi violazioni di legge”. Un’ipotesi prevista dall’articolo 126 della Costituzione.    


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