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Pd, stop alla guerra tra correnti§Sassoli a Marino: "Vinciamo Roma"

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“Ha vinto il voto d’opinione sul blocco organizzato”. Spiegano così, nella sede del Pd, in via della Sette chiese, la vittoria del senatore Marino alla primarie del centrosinistra. La sfida di ieri era per scegliere il candidato sindaco. Ma anche per pesare le correnti del Partito democratico romano: “Un partito un po’ in ebollizione”, dicono alcuni militanti. Perché a poche ore dall’esame della base si fanno i conti con la guerra interna da chiudere, in vista delle elezioni di maggio.

LA PARTITA NAZIONALE E QUELLA ROMANA - La sfida però è anche nazionale, quella tra il segretario Bersani, che punta ancora alla premiership, e il sindaco Renzi, sempre più tentato da un’avventura di governo. A Roma però vince l’ala bersaniana vicina al governatore Zingaretti, che punta tutto su Marino. Il medico-parlamentare lanciato dallo storico dirigente Goffredo Bettini. E dal leader di Azione civile Ingroia e da quello di Sel, Nichi Vendola.

IL SI' DELLA SINISTRA E DELLE PERIFERIE - Il presidente della Puglia, per Marino, aveva chiesto un passo indietro ai suoi: solo l’ex consigliere regionale Nieri concorda, mentre la capogruppo capitolina Azuni dice “no”. Il chirurgo ligure, dicono dalla coalizione, vince “con un dato omogeneo in tutta la città”. E pesca nelle periferie, raggiungendo circa il 51 per cento dei consensi.

IL RENZIANO CON VELTRONI - E scavalca di 37 punti il renziano Gentiloni, fermo al 14 per cento. L’ex ministro solo due giorni fa ha ricevuto la benedizione ufficiale di Renzi: a 24 ore dalle primarie. Non basta nemmeno l’appoggio dell’ex sindaco Veltroni. Mentre una parte dei veltroniani capitolini aveva detto “sì” alla candidatura di Sassoli.

SASSOLI E FRANCESCHINI - L’europarlamentare si piazza secondo con 28 voti su 100. Aveva la convergenza anche dei dalemiani, con il capogruppo capitolino del Pd, Umberto Marroni, pronto a sacrificare la sua candidatura per Sassoli. Voluto da Areadem, la costola democratica vicina al deputato Franceschini, e dalla senatrice Anna Finocchiaro. Incastri e riposizionamenti che per il segretario del Pd Lazio, Enrico Gasbarra, non sono una guerra di correnti ma fanno parte del “dibattito interno: un confronto fisiologico dentro un partito che si definisce democratico”.

"ORA IL CAMPIDOGLIO" - La consapevolezza è che oggi è il primo tempo di una partita che si gioca sul nazionale. Con gli occhi puntati sulle strategie, per il governo e il partito. “Roma – dice Gasbarra a Paese Sera– incide nella dialettica politica come Capitale d’Italia. Ma non credo che avrà delle conseguenze sul Pd”. Adesso si guarda alle elezioni di maggio. Perché, scrive Sassoli a Marino, “ora dobbiamo vincere il Campidoglio”. Per strappare il Campidoglio al sindaco Alemanno, ma soprattutto per non consegnarlo ai Cinquestelle 


Ama Salaria, Commissione Ue§chiederà informazioni all'Italia

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“Questa mattina è arrivata la risposta all’interrogazione che ho presentato sull’impianto Ama di via Salaria: il Commissario europeo Potocnik si è impegnato ad approfondire la questione e a chiedere ulteriori informazioni alle Autorità italiane per verificare la corretta applicazione delle direttive europee sia in termini di impatto ambientale dell’impianto Ama di via Salaria sia in termini di diritto alla salute rispetto ai miasmi provenienti da tale impianto”. Lo rende noto il Vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli.
“Accogliamo positivamente l’impegno della Commissione europea a procedere con gli opportuni accertamenti a sostegno delle richieste ufficiali rivolte dal IV Municipio e dai cittadini della zona: un passo importante raggiunto grazie al lavoro serio ed accurato messo in campo dalle Istituzioni”, dichiara Cristiano Bonelli Presidente del IV Municipio.

Ostiense, scontro auto-moto§Muore centauro 43enne

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Un motociclista di 43 anni è morto in un incidente stradale intorno alle 13.05 sulla circonvallazione Ostiense, a Roma. Il sinistro, avvenuto all'altezza di piazza Biffi, ha visto coinvolte una moto e una Yaris. La vittima è morta sul colpo. Il conducente dell'auto è stato trasportato in codice verde al Cto. Sul posto sono intervenuti gli agenti dell'XI gruppo della polizia locale di Roma Capitale, che hanno proceduto alla chiusura parziale della strada tra piazza Biffi e via Cristoforo Colombo.

(Foto di Giordano Pennsi)

Primarie, “Una partita per uomini”§E nei Municipi solo 3 donne su 15

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Nessuna sorpresa. Dalle candidature fino ai risultati queste erano e sono rimaste le primarie degli uomini. Dopo una partita giocata in evidente minoranza numerica e di visibilità, oggi sul campo restano solo tre donne. Che spiccano come cocciuti puntini rosa in un mare d’azzurro. Su 12 candidate nei Municipi, solo Sabrina Alfonsi, Susi Fantino e Cristina Maltese ce l’hanno fatta: saranno loro le candidate del centrosinistra rispettivamente nei Municipi I, VII e XII. Restano invece fuori dalla corsa al Campidoglio Gemma Azuni (Sel) e Patrizia Prestipino (Pd). Che però nel day after paiono le vere vincitrici morali di questa competizione: testardamente, se la sono giocata fino all’ultimo. Sfidando non solo gli altri candidati, ma anche i loro stessi partiti. 

L’EMBARGO MEDIATICO – “Sin dall’inizio sapevo che la battaglia sarebbe stata difficile”, ammette oggi Patrizia Prestipino. Rivendicando con un misto d’orgoglio e rammarico quel suo 3,7% “conquistato da sola, senza il sostegno del mio partito (il Pd, Ndr) e la visibilità dei media, che hanno deliberatamente deciso di oscurare me e le altre candidate donne”. Un “embargo mediatico” l’aveva definito lei stessa già durante la campagna elettorale. Arrivando al punto di imbavagliarsi pubblicamente per denunciare un “gap di visibilità” che portava microfoni e telecamere quasi esclusivamente sui “candidati con la cravatta”. “Le donne in politica – incalza adesso – possono avere qualche chance solo se vengono portate da un uomo, ovvero se decidono di attenersi alle logiche di corrente e di apparato”.

“NON RIMPIANGO NULLA”– Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gemma Azuni, che, contravvenendo alle “decisioni imposte dall’alto” del suo partito (Nichi Vendola aveva chiesto a tutti i candidati di Sel di ritirarsi dalle primarie per sostenere Ignazio Marino), ha deciso di continuare la sua corsa. “Non rimpiango nulla”, dice oggi mentre s’avvia verso il Consiglio comunale. Che non ha mai disertato, nemmeno nei giorni più caldi della campagna elettorale. Quel suo 5% di preferenze lo considera “un risultato molto importante”. Perché, proprio come Patrizia Prestipino, “l’ho ottenuto da sola. Senza organizzare cene né tappezzare la città di manifesti. Facendo i conti con un inaccettabile oscuramento di genere da parte dei media. E soprattutto avendo il mio partito dichiaratamente schierato per Ignazio Marino”.

“UNA PARTITA PER SOLI UOMINI”– “Quella per eleggere il candidato sindaco era una partita per soli uomini”. Non ha dubbi Sabrina Alfonsi, che pure apprezza il coraggio e la determinazione delle “due care amiche che c’hanno provato”. Lei pure c’ha provato e ce l’ha fatta: la candidata del centrosinistra per il I Municipio, quello del centro storico, è lei. E in questo caso forse l’essere donna l’ha aiutata: “La mia è stata un’affermazione molto netta, nella quale il voto di genere ha avuto il suo peso”. Il problema però rimane: “In Italia non c’è ancora una cultura di democrazia paritaria. Laddove vengono applicate le quote rosa o è possibile esprimere una doppia preferenza, le donne vengono candidate e vengono votate. Cosa che diventa molto più difficile nelle elezioni per una carica monocratica, dove per le donne è difficile persino riuscire a partecipare”.

1 DONNA OGNI 5 UOMINI– Sabrina Alfonsi, Susi Fantino e Cristina Maltese sono l’eccezione che conferma la regola. Nei Municipi, nonostante la scelta di condurre delle primarie aperte, alla fine le donne candidate sono state infatti solo 12 su 60. 1 ogni 5 uomini. Con interi Municipi (il III, il VI e il XV) lasciati interamente senza rappresentanza femminile. Un dato che, secondo Susi Fantino, “è lo specchio della realtà di questo Paese, dove, nonostante la storica forza del movimento femminista, oggi è in atto un profondo arretramento sulla parità di genere”. Nella politica e in ogni altro aspetto della vita sociale. Cristina Maltese non nega “lo storico problema di agibilità politica per le donne”. Ma allo stesso tempo prova anche a ribaltare il tavolo, sollevando il tema della “scarsa autostima femminile”. “Queste – ricorda – erano primarie aperte. Chiunque avrebbe potuto raccogliere le firme e candidarsi: tanto donne con un passato di militanza politica, quanto quelle provenienti, come me, dalla società civile. Perché siamo state così poche a farlo?”.

Salvo il cinema Augustus di Sabaudia§Riapre grazie a intervento istituzioni

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Scongiurato il rischio chiusura, dopo 50 anni di storia, per il cinema multisala Augustus di Sabaudia. Dopo aver abbassato la saracinesca il mese scorso, infatti, l'Augustus riapre i battenti. Dopo la chiusura del mese scorso infatti, arriva una svolta positiva nella vicenda dello storico cinema del litorale pontino.

DETERMINANTE L'INTERVENTO DELLE ISTITUZIONI -  Ad annunciare la riapertura è stato il gestore Ugo Nestonni, che ha deciso di continuare ad ospitare il grande cinema nonostante i gravosi problemi derivanti dalla crisi che sta investendo tutto il settore. L’esercente aveva annunciato la chiusura forzata a causa dei lavori di ristrutturazione della piazza antistante che per svariati mesi avrebbero limitato, in modo assurdo, l’ingresso al cinema. Per la riapertura è stato determinante anche l’interessamento del MiBac, nella persona del Direttore Generale Cinema, Nicola Borrelli, dell’Anec Lazio e di alcune istituzioni comunali, ma la svolta è arrivata grazie alla collaborazione del Commissario Prefettizio, che è intervenuto al fine di garantire un ingresso adeguato agli spettatori. La cittadina balneare, dunque, non perderà il suo cinema che, in  previsione dell’estate, riprenderà la sua programmazione riproponendo i migliori film dell’anno anche per i turisti. Molto soddisfatto il gestore Nestonni: “Dopo una paziente opera di mediazione con il Comune, siamo giunti ad un accordo funzionale per l’accesso al cinema, nonostante i lavori della piazza. Ora non resta che definire dettagli di carattere tecnico e già dall’inizio del prossimo weekend conto di riaprire il cinema. Nonostante le difficoltà che il settore attraversa, voglio riprovarci anche per rispetto ai cittadini di Sabaudia, dai quali ho ricevuto tante manifestazioni d’affetto ”. Da parte sua, come comunica in una nota, l'Anec Lazio "è estremamente soddisfatta della riapertura del Multisala Augustus, e si augura di assistere a nuove riaperture anche grazie ad interventi concreti da parte delle Istituzioni in grado di garantire una reale tutela e nuova linfa alla cultura cinematografica in Regione".

Cede un pezzo della statua Dea Roma§Gasperini: "Sconosciute le cause"

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Ancora un altro cedimento di un monumento capitolino. Ancora un altro segno di degrado dei patrimoni culturali della città. Un pezzo di timone della statua della dea Roma in piazza del Popolo ha infatti ceduto ma, come spiega l'assessore alla Cultura Gasperini, "Non si conoscono ancora le cause. Per verificare l’accaduto - dice - è infatti necessario visionare i filmati delle telecamere presenti nell’area. La statua verrà in ogni caso restaurata, grazie al recupero immediato dei frammenti. Il danno è avvenuto in un punto, evidentemente, già interessato da un precedente restauro, vista la presenza di collante sulla superficie". L'assessore spiega poi che "Qualunque sia la causa evidenziata dai filmati, è mia intenzione incontrare i parlamentarti eletti a Roma affinché si adoperino per una legge che inasprisca al massimo la durata della carcerazione per chi danneggia il patrimonio storico, artistico e monumentale della Capitale”.

Comunali, l'altro fronte di Action§D'Erme: 'Sì a Medici, no a percorsi dei singoli'

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È nei movimenti romani da anni. E con Andrea Alzetta, consigliere capitolino di Action, ha condiviso parte delle lotte degli ultimi anni. Ma stavolta, in vista delle elezioni amministrative del 26 e 27 maggio, Nunzio D'Erme, che è stato a sua volta consigliere comunale, preferisce sostenere Sandro Medici come candidato sindaco, mentre l'eletto in Campidoglio punta sul senatore Marino, che gli vale probabilmente la ricandidatura con Sel. La scelta arriva perché il centrosinistra è quello che ha votato il fiscal compact e le politiche di austerità. E lancia la provocazione: “Preferisco Grillo, perché il suo Cinquestelle è contrario all'agenda Monti, che il Pd ha votato senza battere ciglio”.

Action casa ha scelto di sostenere alle elezioni amministrative Ignazio Marino. I movimenti il presidente uscente del Municipio X, Sandro Medici. Perché?
Con Medici c'è un rapporto storico. Mi piace ricordare che anche Andrea Alzetta, il consigliere capitolino di Action, aveva firmato per la candidatura di Medici. È una scelta naturale per sostenere chi, in questi anni, ha governato per dare le case sfitte a chi non ha un tetto e ha parlato di diritti civili. La sua è una storia eretica che condividiamo.

Perché con Action casa si sono divise le strade? Su quali punti?
Da troppo tempo in questa città si pensa che il rapporto tra centrosinistra e movimenti possa crescere facendo alleanze anche se le idee di base divergono. La storia, invece, dimostra il contrario. Un esempio? I tanti voti conquistati dai Cinquestelle di Beppe Grillo.

La rottura è definitiva?
Il problema è complesso. Ma per semplificare possiamo dire che un pezzo del movimento romano, quello che va con il centrosinistra, cerca di salvaguardare la sua esperienze ed esistenze particolari, più che guardare alle esigenze di chi sceglie le lotte sociali e l'opposizione ai blocchi di potere.

Qual è il vostro obiettivo?
Noi vogliamo ricostruire uno spazio di agibilità politica di tutti quelli che non si riconoscono nell'agenda Monti, nelle politiche di austerità della Bce e del Fiscal Compact. Sono tutte cose che il Pd in questi mesi, che siamo senza un governo eletto, ha votato in nome dell'emergenza economica. Una scelta vecchia che dà il via alla cavalcata grillina.

Cosa vi ha rubato Grillo?
Lui si è inserito dentro l'immaginario collettivo dei movimenti quando ha capito che gli altri non sarebbero riusciti a costruire un fronte ampio. Ha dimostrato che la sinistra è un blocco sociale che guarda a interessi particolari: da quelli delle associazioni fino alle cooperative. E sceglie un candidato, Marino, organico alle politiche dell'Unione europea in funzione dell'alleanza Pd-Pdl, in chiave anti-Grillo.

Cosa manca ai candidati delle primarie?
Un'agenda sociale. Del resto la candidatura di Marino è voluta da Bettini, l'ideatore del modello Roma degli ex sindaci Veltroni e Rutelli. Un modello che ha portato alla catastrofe del 2008, con la vittoria di Alemanno.

Facciamo un'ipotesi: Medici fuori dal ballottaggio. I movimenti chi sosterranno il 9 e 10 giugno?
Con Medici cerchiamo di costruire uno spazio fuori dal centrosinistra classico. Guardiamo alla sinistra greca e agli indignati spagnoli. Noi stiamo con chi è contro il fiscal compact e il Tav, chi sostiene l'articolo 18 e non vuole i nomi blindati.

Marcello De Vito, il candidato Cinquestelle?
Preferisco Grillo al centrosinistra, che guarda al Vaticano e ai costruttori. Con M5S, dal No-tav alla bocciatura delle politiche economiche europee, c'è convergenza su alcuni punti.

Ostia, fanno esplodere il bancomat§ e mandano in fumo 90mila euro

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Fanno esplodere il bancomat mandando in fumo 90mila euro. E’ successo al bancoposta dell’ufficio postale al civico 126 di via Costanzo Casana, a Nuova Ostia, dove dei ladri maldestri, probabilmente poco esperti di miscele e di gas, dopo aver manomesso lo sportello per farlo ‘saltare’, hanno incenerito banconote per un valore di 90mila euro. A dare l’allarme sono stati questa mattina intorno alle 11.40 alcuni clienti che non riuscivano ad effettuare le operazioni di prelievo presso lo sportello. Sul posto, poco dopo, una volante del commissariato di Ostia. Ad un esame più accurato è così emerso che il bancomat era stato forzato e manomesso e che all’interno era stata verosimilmente introdotta della miscela esplosiva che ha però soltanto avuto l’effetto di ridurre in cenere il ‘bottino’. Ladri a mani vuote, dunque. Indagini in corso.


Scontri al derby Roma-Lazio, 2 tifosi§giallorossi accoltellati allo stadio

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Scenari da guerriglia nei pressi dello Stadio Olimpico, dove tra poche ore avrà inizio il derby Roma-Lazio di calcio. Due tifosi giallorossi sono stati accoltellati nei pressi di Ponte Milvio mentre andavano allo stadio per la partita; l'aggressione è avvenuta dopo che i due avevano parcheggiato la macchina nell'area di ritrovo dei tifosi biancocelesti. Secondo la ricostruzione della polizia le vittime hanno incrociato due tifosi laziali, con i quali poco dopo sarebbe partito lo scontro, due contro due. I due supporter della Roma sono rimasti feriti lievemente e sono stati medicati immediatamente dal personale del 118 sul posto. La zona di Ponte Milvio, intanto, è presidiata dalle forze dell'ordine per evitare contatti tra le due tifoserie. Momenti di tensione a causa di un lancio di petardi, ma nessun contatto tra le due tifoserie grazie allo sbarramento delle forze dell'ordine. Nel parapiglia degli scontri nella zona dello stadio un'ambulanza che era intervenuta per soccorrere i feriti è stata presa di mira con lancio di oggetti.

Un terzo tifoso, questa volta laziale, è stato aggredito da 2 tifosi romanisti all’altezza del Ponte Duca d’Aosta e ferito al gluteo destro, mentre un gruppo di tifosi laziali che hanno lanciato numerosi petardi e bottiglie verso il cordone di Polizia, schierato a protezione, è stato disperso da un alleggerimento degli agenti, senza entrare in contatto con i facinorosi. Subito dopo, come nel derby di andata, anche la tìfoseria romanista ha tentato uno sfondamento in direzione dei gate di ingresso dei laziali, ma sono stati prontamente dissuasi dallo schieramento delle forze dell’ordine. Al momento la situazione davanti agli ingressi dello stadio è tranquilla.

Il sindaco Alemanno, ospite della trasmissione di TgCom24 “Check Point”, ha commentato: "Siamo molto preoccupati. Rivolgo ancora una volta un appello alle due tifoserie: cerchiamo di fare un derby tranquillo. Mi raccomando alle forze dell'ordine, ma sopratutto al senso di responsabilità di tutti i tifosi".

Fiumicino, ferito al volto da proiettile§si è costituito l'aggressore

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Si è costituito il responsabile dell’aggressione di ieri a Fiumicino. Un 32enne era stato colpito al volto da un proiettile durante un aggressione. Subito dopo il ferimento, gli agenti del Commissariato di zona e della Squadra mobile hanno avviato una serie di indagini, che hanno permesso di identificare il responsabile e di stringere il cerchio intorno all’uomo. Ieri, infatti, il sostituto procuratore Margherita Pinto, del tribunale di Civitavecchia, aveva emesso a suo carico un fermo di indiziato di delitto con l’accusa di tentato omicidio. L’uomo, M.G., sentitosi braccato, si è presentato questo pomeriggio nel carcere romano di Regina Coeli. Il 54enne, originario della provincia di Agrigento, si è consegnato spontaneamente agli agenti della polizia penitenziaria, ai quali ha confessato il gesto. Dalle prime dichiarazioni del feritore pare che il gesto sia scaturito a seguito di una lite per motivi debitori.

"Spaghetti Story", ‘dramedy’ indie§generazionale nella Roma di borgata

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Undici giorni di riprese, una Canon 5D, un obiettivo 50 mm e un budget di 15mila euro. Spaghetti Story approda al Riff come nel suo habitat naturale, suggellando l’etichetta ‘indie’ come sinonimo di low budget, cast giovane e troupe leggera. Una sfida, quella del regista romano Ciro De Caro - un passato in pubblicità, qui alla sua opera prima – che nella povertà di mezzi trova la sua essenza stilistica, funzionale al tipo di racconto. In una parola, la sua forza.

spaghetti story foto 2

"Spaghetti story"

BASSO COSTO E CREATIVITA’ -“Abbiamo girato con l’attrezzatura che poteva entrare nel bagagliaio di un’auto, tra difficoltà e imprevisti che, alla fine, sono stati il valore aggiunto del film – racconta a Paese Sera il regista (e co-sceneggiatore, con Rossella D’Andrea) classe 1975 - tanto che non so più se è arrivata prima la scelta del basso costo, che mi avrebbe garantito la massima libertà, o quella stilistica. L’idea era di dare una possibilità ad attori emergenti e giovani professionisti. Secondo una modalità assolutamente coerente con la storia del film, che parla di giovani che vogliono farcela”. Un’estetica che si traduce nell’uso frequente della macchina a mano, in pochi primi piani e molti tagli interni. Ma anche in una maggiore libertà di manovra sul set, “perché la povertà dei mezzi, il fatto di usare poche luci, ha tolto parecchi vincoli agli attori e la recitazione ne ha beneficiato. In quei giorni tenevo una foto di John Ford sul cellulare e la guardavo in continuazione. Lui diceva che gli imprevisti vanno sempre presi come delle opportunità. Allora mi sono messo in questo flusso e mi sono lasciato portare. Il segreto di questo film è la sua spontaneità”.

35ENNI CRESCONO - Sullo schermo quattro giovani adulti dei nostri giorni, “affamati da un’avvizzita speranza di poter cambiare vita”, ma in realtà ragazzi mai cresciuti che campano di piccoli espedienti e non hanno mai davvero osato vivere. Un incontro fortuito, quello con una giovane prostituta cinese, e una scelta impulsiva cambierà il loro destino, allargando orizzonti ristretti e delimitati. “Un film sulla mia generazione – spiega De Caro - che parla di crescita con onestà e ironia. Difficile circoscriverlo in un genere: più che commedia, nell’accezione italiana attuale, la chiamerei ‘dramedy’ all’anglosassone, una commedia amara, alla Virzì diciamo, senza scomodare la commedia all’italiana”.

UNA ROMA DEL QUOTIDIANO - Girato e ambientato nella Capitale con un cast e una troupe romana, Spaghetti Storyè un film, come lo definisce il suo regista, “straromano”, anche per la forte connotazione linguistica. Sullo sfondo la città autentica, quella del quotidiano. “Niente riprese da cartolina, ma una Roma di borgata in senso lato, perché non abbiamo voluto connotarla troppo, specificando troppo chiaramente dove ci trovavamo. Abbiamo girato tra Garbatella, la Casilina e la Balduina. Luoghi riconoscibili per chi ci vive, ma non fortemente caratterizzati”. Il film nasce da un precedente cortometraggio, Salame milanese, e in qualche modo ne è la sua naturale prosecuzione. Stesso protagonista, stesso ‘slang’ romano e 300mila visualizzazioni su YouTube. “L’abbiamo testato sul web e così ci siamo resi conto che si poteva fare”, conclude il regista. Che stasera ha un’ennesima sfida da superare: il derby Roma-Lazio. Ma non si scompone, perché il più ormai è fatto. Prossima tappa - prima (si spera) di approdare in sala - il festival di Cracovia.

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Slot - Le intermittenti luci

LA MIA DROGA SI CHIAMA SLOT– Dario Albertini, regista romano classe 1974, porta invece al Riff una storia di dipendenza e di solitudine. Quella di Slot – Le intermittenti luci di Franco, in calendario alle 20,40 al Nuovo Cinema Aquila. Davanti alla macchina da presa Franco e la sua ossessione. Un viaggio senza filtri nell’oscuro e contorto meccanismo del gioco d’azzardo, la storia di un uomo rimasto solo e della sua mania per le macchine mangia soldi.

Campidoglio, giornata di proteste§dalla scuola a Risorse per Roma

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Proteste e ancora proteste. Nell'ultima settimana di consiliatura, prima che l'assemblea si sciolga, a rubare sono la scena sono i cittadini, che da oggi pomeriggio manifestano davanti al Campidoglio. Dai lavoratori delle municipalizzate preoccupati dai tagli della spending review, ai  genitori e docenti  di tante scuole romane alle prese con problemi di edilizia scolastica, una piazza piena come non mai chiede al sindaco Alemanno, negli ultimi giorni disponibili della sua consiliatura, di prendere provvedimenti.

IL CASO SCIASCIA - Mamme, insegnanti e tantissimi bambini,  che nelle scorse settimane hanno raccolto oltre ottomila firme in difesa dell'istituto comprensivo Sciascia, tra la Magliana e Villa Bonelli, una delle tante scuole romane, che aspettano lo stanziamento delle somme urgenze. La scuola è chiusa dallo scorso 18 settembre per un crollo strutturale, ma i lavori di ristrutturazione procedono a rilento, anche perché i fondi necessari, circa un milione e duecentonovantamila euro,  sono stati stanziati solo in parte. Al momento gli alunni sono stati dirottati nelle altre scuole del comprensorio, con evidenti problemi tanto per la didattica, quanto per le famiglie.  “Ci sono famiglie che hanno bambini in tre scuole differenti e ogni mattina sono costretti a giri interminabili  – racconta Maria Rosaria Galati, uno dei tanti genitori presenti in piazza – chiediamo la riapertura della scuola”. 

SPENDING REVIEW - E' differente invece la situazione dei tanti lavoratori di Risorse per Roma e Aequa Roma, che temono la perdita del posto di lavoro. Il  comune avrebbe dovuto realizzare un piano di razionalizzazione dell'intera holding di Roma Capitale,  come richiesto della legge sulla spending review, ma il termine del sette aprile è ormai scaduto. “Per questo chiediamo una proroga sino al 31 dicembre – spiega Carlo Costantini, segretario regionale  della Cisl – ma soprattutto che i tagli o le privatizzazioni, previste dal decreto,  non vadano ad intaccare queste due società, che svolgono una funzione pubblica, garantendo un risparmio per la collettività, come avvenuto per il condono edilizio curato da Risorse per Roma che ha portato più di 8 milioni di euro nelle casse cittadine” .

Stormfront, antisemitismo online§Condannati i quattro ideatori del sito

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Quattro condanne sono state inflitte con rito abbreviato dal gup Carmine Castaldo nei confronti di altrettante persone accusate di aver promosso e diretto un gruppo il cui fine era l'incitamento alla discriminazione e alla violenza etnica, religiosa e razziale, anche attraverso la diffusione del loro pensiero attraverso il forum italiano di Stormfront. Queste le condanne stabilite dal gup: tre anni di reclusione per Daniele Scarpino, milanese di 24 anni, ritenuto l'ideologo del gruppo; due anni e mezzo ciascuno per Diego Masi, 30 anni, di Ceccano (Frosinone) e Luca Ciampaglia, 23 anni di Atri (Teramo), entrambi moderatori del forum italiano Stormfront; due anni e otto mesi per Mirko Viola, 42 anni di Cantu' (Como). Per tutti il gup ha disposto la concessione degli arresti domiciliari (in precedenza erano in carcere) e la pubblicazione della sentenza sul sito internet del ministero della Giustizia e su quello dell'Interno.

Nel giudizio sono costituiti parte civile i giornalisti Marco Pasqua e Roberto Saviano, il direttore dell'ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei ministri Massimiliano Monnanni, il presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, tre giudici di un collegio del tribunale di Palermo, il ministero dell'Interno e la presidenza del Consiglio dei Ministri. Il gup ha disposto anche che le parti civili siano risarcite dagli imputati. Soddisfazione per la decisione del giudice è stata espressa da uno dei legali di parte civile, l'avvocato Daniele Stoppello: "Si tratta di una sentenza importante - ha detto - perché per la prima volta si è giunti ad una condanna per un'ipotesi di associazione per delinquere compiuta e ideata interamente su Internet. Bene quindi il riconoscimento e la conferma dell'impianto accusatorio della Procura".

Agli imputati è contestato dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Luca Tescaroli, di essersi associati, "perché accomunati da una vocazione ideologica di estrema destra nazionalsocialista - si legge nel capo d'imputazione - allo scopo di commettere più delitti di diffusione di idee on line e tramite volantinaggio, fondati sulla superiorità della razza bianca, sull'odio razziale, etnico e di incitamento a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziale ed tecnici".

 Ciò sarebbe stato realizzato tra il 2011 e il 2012 sul forum italiano di Stormfront, dove, attraverso l'uso di pseudonimi, gli imputati avrebbero diffuso "messaggi, volantini, immagini, video e registrazioni audio, inerenti a tematiche identitarie, al negazionismo dell'olocausto e alle adozioni internazionali, caratterizzati dalla superiorità della razza bianca, dal rancore nei confronti di chi aiuta gli immigrati, dei giornalisti che criticano coloro che plaudono alle SS, degli ebrei, dei negri, dei rom, dei nomadi, degli appartenenti alle forze dell'ordine e alla magistratura - che impediscono di potersi fare giustizia da sé e perseguono colo che commettono reati di matrice discriminatoria, violenta o di incitamento alla stessa per motivi razziali ed etnici - nonché degli esponenti politici di sinistra sensibili alle esigenze degli immigrati e delle persone di altre razze".

L'inchiesta culminò il 16 novembre 2012 con l'arresto dei quattro imputati (risultano ancora detenuti nelle carceri capitoline) e con la denuncia a piede libero ulteriori diciassette persone ritenute affiliate alla medesima associazione. In quell'occasione l'Autorità giudiziaria dispose anche l'oscuramento sito web.

Campidoglio, controlli di massa§nei centri a caccia di finti minori

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Tre minori non accompagnati scambiati per maggiorenni. Buttati fuori dal centro di accoglienza. Abbandonati per due notti in strada, senza un soldo. E infine condotti al Cie di Ponte Galeria. Salvo poi scoprire, grazie a ulteriori accertamenti medici, che si trattava di minorenni. Qualcuno li chiamerebbe “danni collaterali” dei controlli di massa disposti dal Campidoglio sui minori stranieri non accompagnati. L’operazione è partita circa tre settimane fa. E in gran silenzio. Senza alcuna autorizzazione o richiesta da parte dei magistrati, l’Unità operativa di sicurezza pubblica della Polizia locale di Roma Capitale (la stessa che viene impiegata per gli sgomberi nei campi rom) è stata inviata a fare ispezioni nei centri di accoglienza. È così cominciata quella che l’avvocato Salvatore Fachile – che sta seguendo la vicenda per conto dell’Asgi, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione – definisce “un inquietante rastrellamento di tutti i ragazzini stranieri arrivati a Roma nel 2012”. 

L’INDAGINE DELLA PROCURA– Facciamo un passo indietro. Da mesi la Procura di Roma indaga su un presunto business illegale legato alla gestione emergenziale dell’Emergenza Nord Africa. Il sospetto è che medici e vigili urbani compiacenti possano aver certificato la minore età di soggetti maggiorenni. Successivamente ospitati, come da regola, nei centri di accoglienza del Comune. “Nulla di tutto questo – precisa però l’avvocato Fachile – ha qualcosa a che fare con le ispezioni disposte dal Campidoglio. Che anzi si profilano, da un punto di vista strettamente giuridico, del tutto illegittime”.

40 VISITE IN 3 SETTIMANE– Arriviamo così al presente: “Senza alcuna autorizzazione da parte dei magistrati, dunque senza alcuna garanzia processuale”, nelle ultime tre settimane una quarantina di ragazzi sono stati invitati a presentarsi all’ospedale militare del Celio. Dove un’equipe specializzata li ha sottoposti a una seconda visita per accertare la loro età. “Si tratta – precisa Fachile – di una seconda visita, peraltro molto invasiva, perché tutte queste persone sono già state dichiarate minori da una struttura ospedaliera pubblica”.

“UN’OPERAZIONE ILLEGITTIMA”– Ma non solo. Il nodo centrale della vicenda riguarda la legittimità di questi controlli sanitari: “Il Comune – denuncia l’avvocato Fachile – non ha alcuna autorità per disporli. Non è possibile sottoporre una persona, per di più un minore solo, straniero e spaventato, a delle visite mediche nell’ambito di una procedura amministrativa”. Un esempio può forse aiutare a comprendere la portata di questa operazione: “Sarebbe come se un giorno, dopo aver saputo di un’indagine della Procura sui falsi invalidi, il Comune inviasse dei vigili a casa di tutti i cittadini che percepiscono una pensione d’invalidità, invitandoli a presentarsi in ospedale per una visita medica. Solo un magistrato può disporre una simile verifica. E solo nell’ambito di un procedimento penale a carico di singole persone”.

3 MINORENNI AL CIE– La questione è già diventata un caso politico. “Per appurare la presenza di eventuali finti minori nei centri – si chiedono Marta Bonafoni, consigliera della Regione Lazio, e Gianluca Peciola, coordinamento Sel Area Metropolitana di Roma – perché non si provvede a controlli mirati anziché a prelievi di massa? E chi sta dando l’autorizzazione a procedere a esami medici che necessitano o dell’ordine del magistrato o della richiesta medica? Quesiti delicatissimi e una situazione assai poco chiara, che nei giorni scorsi ha anche portato al rilascio di 3 minori stranieri i quali, a seguito dei controlli, erano stati condotti al Cie di Ponte Galeria, per poi essere sottoposti a nuovi esami medici e risultare viceversa minorenni”.

ALEMANNO E I 20 MILIONI– Sullo sfondo il sospetto che tutto nasca da un problema essenzialmente economico. Oggi a Roma si trovano quasi 2.800 minori stranieri non accompagnati, molti dei quali giunti sull’onda della cosiddetta “Emergenza Nord Africa”. Per legge, il Comune nel quale i ragazzi vengono identificati ha l’obbligo di accudirli e proteggerli. Garantendo loro tutti i diritti sanciti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo (1989): dalla salute all’istruzione, passando per la tutela dallo sfruttamento. Espellerli è impossibile. Se non dopo un provvedimento del Tribunale dei minori, che attesti comprovati motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato. Il risultato, si lamenta Alemanno in una lettera inviata a fine febbraio alla ministra dell’Interno Anna Maria Cancellieri, è che questi ragazzi hanno “comportato una spesa straordinaria nel 2012 di quasi 20 milioni”. Soldi che devono ancora essere rimborsati dal Governo. Sarà forse una coincidenza. Fatto sta che, dopo aver invano provato a battere cassa, il primo cittadino ha lanciato l’operazione “caccia al finto minorenne”. 

FUGHE DAI CENTRI– L’unico effetto ottenuto finora è però che alcuni ragazzi, spaventati, sono scappati dai centri, entrando nel circuito della clandestinità. “Saputo dei controlli – confermano Marta Bonafoni e Gianluca Peciola – in molti stanno fuggendo, mettendo così a repentaglio i loro diritti e la loro condizione di minori senza riferimenti familiari”. Anche al centro Matemù dell’Esquilino, dove pure non sono stati riscontrati casi, la voce si è sparsa rapidamente. E “i ragazzi – racconta Alessandro Bernardini, operatore del Cies – sono terrorizzati”. La mobilitazione è già partita. “Venerdì – annuncia a Paese Sera Lorenzo Sansonetti dello spazio pubblico autogestito Strike – andremo a manifestare sotto il Campidoglio. Insieme a noi ci saranno tante reti di solidarietà e naturalmente i minori dei centri di accoglienza”. Obiettivo? “Bloccare l’intera operazione”. Per rispetto della legge e dei diritti di questi ragazzi.

Municipio VI, Marroni: irregolarità?§"Sulle primarie solo un polverone"

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Immigrati portati al seggio e istruiti sulle preferenze da dare? A distanza di 24 ore dalla chiusura delle primarie del centrosinistra, le accuse lanciate  da Roberto Mastrantonio e Fabrizio Cremonesi,  candidati usciti sconfitti in Sesto municipio (ex VIII), continuano ad agitare di un'ombra sul risultato della tornata elettorale che ha visto la vittoria di Marco Scipioni con più di 3000 preferenze. Proprio stamattina su Paese Sera, Fabrizio Cremonesi aveva parlato  di “primarie inquinate”, chiedendo un intervento della federazione, mentre il candidato di Sel Roberto Mastrantonio, già prima che si chiudessero i seggi, aveva denunciato “una mercificazione di esseri umani”. Non escludendo di correre comunque alle prossime elezioni amministrative nonostante l'esito delle primarie.  Di annullare le elezioni in ottavo, però, al momento, “non se ne parla”, come afferma il capogruppo Pd  al Campidoglio Umberto Marroni.“Fra il primo e il secondo ci sono quasi mille voti di differenza, non stiamo parlando di una manciata di voti”, afferma.

Secondo lei ci sono state irregolarità sul voto degli immigrati in Ottavo? Avete ricevuto delle segnalazioni precise?

A mio avviso  è stato fatto solo un polverone. La segreteria ha dichiarato che gli immigrati possono votare e che tutto si è svolto in maniera regolare. L'ottavo municipio è il numero con il maggior numero di immigrati, è normale che proprio lì  abbiano votato di più. Il problema in ottavo  è l'agguerrita  competizione fra i candidati locali che si protrae da tempo e che spero ora cessi.  D'altronde le tensioni ci sono state in tanti municipi, ma ora devono terminare.

Non vede il rischio che questa  frattura nell'Ottavo porti il centrosinistra alla sconfitta  nelle prossime elezioni amministrative di maggio?

Questo non lo so. I candidati hanno firmato un foglio del programma di Roma Bene Comune in cui era scritto che il candidato che avrebbe vinto sarebbe stato sostenuto dagli altri. Il mio invito è lavorare per ritrovare l'unità.

Se non sono  surrogate dai fatti, come le spiega  tutte queste polemiche?

Quando si perde la delusione è normale. Forse servirà ancora qualche giorno per smaltire la sconfitta, ci dormissero ancora qualche giorno, ma non tanto perché occorre lavorare in vista delle elezioni. Anche io sostenevo Sassoli, ha vinto Marino e lo sosterrò. E' normale, siamo nello stesso partito.

E' contento che abbia vinto Marco Scipioni le primarie?

Scipioni lo conosco bene è un candidato molto popolare nel territorio, così come Fabrizio Cremonesi. Fra l'altro entrambi portavano Sassoli.  La cosa migliore è chiudere questa pagina velocemente e lavorare per l'unità in vista delle elezioni. Anche perché l'ottavo municipio è uno di quelli dove nelle ultime elezioni abbiamo faticato di più. Ci sono 48 ore di tempo, anche io li chiamerò per cercare di ricomporre. Auspico al più presto una stretta di mano.


Comunali, primarie e caso rom§Esposto della Belviso alla procura

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Il Campidoglio s’inserisce nella polemica sulla presunta compravendita di voti rom alle primarie del centrosinistra di ieri. E lo fa attraverso una nota del vicesindaco Sveva Belviso. "Dopo la gravissima – scrive – denuncia presentata dalla signora Alicata riguardo una presunta attività di compravendita di voti di cittadini di origine Rom per le elezioni primarie del Pd, oggi registriamo nuove, pesantissime accuse attribuite, sulla rete, dal Movimento cinque stelle. Questa volta si parla addirittura di cifre: 10 euro pagati per ogni voto". E aggiunge:  "Di fronte a queste affermazioni - continua Belviso - l'Amministrazione capitolina ha il dovere di assumere tutte le iniziative necessarie a fare chiarezza sull'accaduto quindi, oltre all'indagine interna avviata quest'oggi dal Dipartimento Politiche sociali, domani presenterò un esposto alla Procura della Repubblica chiedendo che accerti immediatamente la fondatezza delle denunce mosse dal Movimento 5 Stelle. Questa azione - conclude Belviso - si rende necessaria sia per tutelare il rispetto della legge, sia per evitare che alle prossime elezioni comunali si possano verificare casi analoghi".

Marino si dimette da senatore§"Cambieremo tutto in Campidoglio"

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Si chiude la partita delle primarie. E si apre quella per il Campidoglio, in vista delle elezioni del 26 e 27 maggio. Con Ignazio Marino, candidato sindaco per centrosinistra, si delinea il quadro dei nomi in campo. Sono sette quelli che tenteranno la scalata allo scranno più alto di palazzo Senatorio. A 47 giorni dal voto, la sfida però dovrebbe essere una questione a due: da una parte l’uscente Gianni Alemanno, dall’altra il quasi ex senatore del Pd. Con lo spettro di un ballottaggio a sorpresa con il portavoce dei Cinquestelle, l’avvocato Marcello De Vito. Mentre il ruolo di outsider lo gioca l’imprenditore Alfio Marchini.

L’EX SENATORE -“Cambieremo tutto”. Con questa promessa Marino apre la sua conferenza stampa, al teatro enogastronomico di Eatitaly, da neo candidato sindaco di Roma, premiato dal 50 per cento dei 100mila romani che hanno votato alle primarie (precisamente con 48.580 voti su 97.643). L’altra è che la sua squadra sarà per la metà rosa. Il primo segnale di cambiamento arriva proprio con l’annuncio delle dimissioni da senatore. Trasparenza, diritti, e mobilità sostenibile sono le sue parole chiave. “Il programma  - afferma Marino – deve essere basato sulle idee e non sulle ideologie”. Anche se l’antifascismo non si tocca. E non vero che è un uomo schiacciato a sinistra: “Mi sento una persona libera, non legato ai gruppi d’interesse”. Sui rom assoldati per l’esame della base risponde: “Sono, con i neonati, 7mila. Come si fa a dire che ho vinto le primarie grazie ai rom?”. Lui ne ha presi più di 50mila, doppiando l’europarlamentare Sassoli.

 IL SINDACO USCENTE - Per Alemanno la vittoria di Marino alle primarie fa sbarcare “un marziano in città”. Per il primo cittadino il punto debole del suo principale competitor “è che è estraneo a Roma e mi sembra paracadutato”. Nel corso dell’intervista a La7, Alemanno ha anche il tempo per perdere le staffe per colpa di un servizio sui debiti della Capitale: “Dati falsi”, tuona, rosso di rabbia, il sindaco. Che poi riconosce all’avversario del centrosinistra lo status di “candidato più accreditato”. Senza sottovalutare i grillini.

LO TSUNAMI A 5STELLE - La campagna elettorale è già entrata nel vivo. Una battaglia che promette veleni. La benzina sul fuoco arriva da De Vito. L’avvocato-portavoce, su facebook, rilancia la polemica sul presunto voto in massa della comunità rom alle primarie di domenica scorsa. L’accusa è che siano stati “dati 10 euro a ciascun nomade per portarli ai gazebo”. E in rete circola anche un manifesto, definito “razzista” da alcuni internauti. Il candidato grillino non teme Marino, che nei giorni scorsi aveva detto di puntare ai voti a 5 stelle. “Noi – aggiunge – puntiamo a conquistare i suoi e a mantenere i nostri”. Ostentando sicurezza sull’ipotesi di arrivare al ballottaggio del 9 e 10 giugno.

L’IMPRENDITORE - Per Marchini, invece, Marino rappresenta  “una proposta politica fortemente radicale e a sinistra”. E ricorda che anche lui, proprio come il senatore, vuole parlare “ai cittadini che si sentono delusi dalla fallimentare gestione di Alemanno in questi cinque anni”. E promette “proposte concrete e realizzabili per i singoli quartieri, indicando risorse, tempi e condizioni dei progetti”.

GLI ALTRI IN GRIGLIA DI PARTENZA - A completare il quadro dei candidati ci sono Sandro Medici, Umberto Croppi e Alessandro Bianchi. Il primo è stato per oltre 10 anni il presidente del Municipio X (oggi VII, dopo l’unione con il IX) e corre come indipendente di sinistra, appoggiato dai Pirati. Il secondo e l’ex assessore alla Cultura di Alemanno. Il terzo, ex ministro con Prodi premier.

MEDICI E LA SPACCATURA DEI MOVIMENTI - Sul suo nome si sono spaccati i movimenti romani: da una parte Action casa che, con il consigliere capitolino Andrea Alzetta, converge su Marino; dall’altra i centri sociali, che puntano sul minisindaco. Che su twitter scrive: “Terminata la contesa tra le correnti interne al Pd, ora cominciamo a parlare di problemi e rimedi per Roma”. “Non possiamo stringere accordi – spiega a Paese Sera Nunzio D’Erme, storico esponente dei movimenti antagonisti di Roma – con chi ha votato il fiscal compact e le politiche di austerità. Per questo scegliamo Medici”. Su questo, si sentono più vicini ai Cinquestelle.

L’EX ASSESSORE E L’EX MINISTRO - Croppi è l’inventore dei Campi Hobbit: ex fascista ed ex consigliere dei Verdi. Ma è soprattutto l’ex assessore alla Cultura della giunta Alemanno, silurato due anni fa dal sindaco per una guerra di forze tutta interna al centrodestra. Aveva trovato casa in Futuro e libertà, il partito di Fini. Ma prima della pessima prova elettorale alle politiche di Fli, aveva lanciato la sua candidatura “oltre i partiti”. Proprio come l’ex ministro Bianchi. Anche lui, come Medici, è un indipendente di sinistra e propone a Marino “un confronto vero sulle proposte per affrontare i problemi di Roma”.

Sciopero tpl, chiuse metro A e B

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Per lo sciopero nazionale proclamato da Usb, che a Roma si svolge dalle 20 alle 24, metro A e B sono chiuse. Così come anche la ferrovia Roma-Viterbo (tranne i treni 612 e 713 sino a Civita). La ferrovia Roma-Lido garantisce le ultime corse sino alle 21 poi chiude, mentre la Termini-Giardinetti garantisce servizio ridotto. Sino alle 24 non sono garantite le corse di tram e bus. 

Finisce in pareggio il derby romano§Tre accoltellati prima del match

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Finisce 1-1 il posticipo della 12esima di ritorno, con i biancocelesti che, in vantaggio con Hernanes, falliscono in avvio di ripresa un rigore sempre con il Profeta, che poi regala un penalty ai giallorossi, siglato da capitan Totti. La Lazio resta in dieci per il doppio cartellino di Biava ma la Roma non ne approfitta: il pari permette ai biancocelesti di superare l'Inter e restare quinta solitaria a quota 51 punti, mentre la Roma rimane settima a 48. Tutte e due in piena corsa per un posto in Europa League.

LE SQUADRE- Con Piris e Osvaldo squalificato e Balzaretti indosponibile, Andreazzoli schiera la difesa a quattro, e non a cinque, spedendo Burdisso in panchina; Bradley e Florenzi supportano De Rossi a centrocampo, Pjanic è trequartista davanti alla coppia Lamela-Totti. Petkovic, privo di Brocchi, Konko, Dias e Pereirinha, non pensa certo al return-match di Europa League con il Galatasaray e si affida, in attacco, al fiuto di Klose, supportato dall'estro di Hernanes e alle incursioni di Onazi, preferito a Mauri.

ROMA SUBITO FORTE- L'inizio è di marca giallorossa, Lamela sembra in palla e la Lazio arretra subito il baricentro. Da manuale al 9' l'assist di Totti su cui Pjanic non arriva d'un soffio ma è di Stekelenburg la prima vera parata, su conclusione dal vertice di Candreva.

HERNANES GOL- Lamela al 15' porta lo scompiglio nell'area biancoceleste ma la squadra di Petkovic colpisce quasi a freddo, un minuto dopo, con una delizia di Hernanes, un sinistro fa fermo destinato al sette. La partita cambia volto perchè la Roma accusa il colpo e la Lazio si scrolla di dosso la timidezza iniziale, protestando per un presunto tocco di mano in area di Marquinhos ed esaltando le doti di Stekelenburg, maestoso al 20' nel dire no alla scivolata di Lulic. 

HERNANES SBAGLIA-  La partita si fa lentamente più equilibrata e, nel finale, si fa rivedere la Roma, con Marchetti costretto ad esibire i pugni nel recupero sul destro da fuori di Totti. Squadre invariate in avvio di ripresa e Lazio che si divora il raddoppio al 4'. Marquinhos tocca col braccio il cross di Lulic e Mazzoleni indica il dischetto: Hernanes si incarica della battuta ma calcia out.

TOTTI SU RIGORE- Il Profeta, dopo l'uscita dell'acciaccato De Rossi (per il rientrante Destro), si macchia all'11' di un altro errore: stavolta stende in area Pjanic, permettendo a Totti di pareggiare dal dischetto col suo 227esimo gol in campionato. Klose, non ancora al top, esce per Kozak, Marchetti si distingue al 19' per un doppio intervento, sulla punizione di Totti ed il tap-in di Florenzi.

LAZIO IN DIECI- Al 24' la Lazio resta con l'uomo in meno per il doppio giallo a Biava, Petkovic toglie a sorpresa Ledesma per inserire Ciani, nella Roma si rivede anche Dodò. Occasionissima per i giallorossi alla mezzora con Lamela che incorna incredibilmente alto l'angolo 'al baciò di Totti, che al 41' impegna a terra Marchetti in una parata più complicata di quello che sembra. Nemmeno il recupero cambia lo score, un 1-1 che, in fin dei conti, va bene ad entrambe le contendenti. 

GLI SCONTRI- Scontri tra tifosi di Roma e Lazio a Ponte Milvio, a poche ore dall'inizio del derby, previsto alle 20.45 allo stadio Olimpico. Due romanisti e un tifoso laziale sono stati feriti lievemente con un coltello al gluteo e medicati sul posto. Nella zona comunque sono state attivate misure di sicurezza già nel pomeriggio, con aree di filtraggio per evitare punti di contatto tra le tifoserie. Non sono mancati neanche tentativi di 'assalti' alle forze dell'ordine, quando un gruppo di tifosi si è allontanato dalla zona antistante lo stadio per dirigersi verso ponte Duca d'Aosta. Ma la situazione è stata tenuta sotto controllo. Anche a piazza Mancini ci sono state prove di avvicinamento tra gruppi di sostenitori giallorossi e biancocelesti, ma il 'contatto' e' stato evitato dall'intervento della Polizia.

IL TABELLINO
Roma (4-3-1-2): Stekelenburg 6; Torosidis 5.5, Marquinhos 5.5, Leandro Castan 5, Marquinho 6, Bradley 5.5, De Rossi 6 (8' st Destro 6), Florenzi 6 (28' st Dodo' s.v.), Pjanic 6.5, Lamela 5.5, Totti 7. (1 Lobont, 13 Goicoechea, 29 Burdisso, 46 Romagnoli, 11 Taddei, 20 Perrotta, 77 Tachtsidis, 47 Lucca, 17 Lopez). All.: Andreazzoli 6.
Lazio (4-1-4-1): Marchetti 6.5, Gonzalez 5.5, Biava 4.5, Cana 6, Radu 5.5 (45' st Stankevicius s.v.), Ledesma 6 (25' st Ciani s.v.), Candreva 6, Onazi 6, Hernanes 6, Lulic 6.5, Klose 5.5 (15' st Kozak 5). (1 Bizzarri, 95 Strakosha, 4 Crecco, 6 Mauri, 7 Ederson, 25 Rozzi, 28 Saha, 99 Floccari). All.: Petkovic. 6.5
Arbitro: Mazzoleni di Bergamo 5.5
Reti: nel pt 16' Hernanes; nel st 11' Totti (rigore) Angoli: 6-5 per la Lazio Recupero: 3' e 4' Espulso: Biava al 24' st per doppia ammonizione
Ammoniti: Radu, De Rossi, Lulic, L.Castan, Pjanic per gioco scorretto, Lamela, Cana per comportamento non regolamentare Spettatori: 52.326 spettatori per un incasso di 1.805.632,00 euro.
Note: al 4' st Hernanes ha fallito un calcio di rigore calciando malamente a lato 

Tre tifosi colpiti al gluteo§Medicati e subito rilasciati

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Tre tifosi sono stati lievemente feriti all`esterno dello stadio Olimpico prima dell'inizio del derby Roma-Lazio. Due tifosi romanisti a Ponte Milvio e un laziale, all'altezza del ponte Duca D'aosta, dove ci sono stati momenti di tensione e scontri, con lancio di petardi tra tifoserie opposte. Gli agenti in tenuta antisommossa sono intervenuti e hanno disperso i supporter che hanno lanciato bottiglie al cordone di agenti schierato, tentando uno sfondamento. I due tifosi della Roma sono rimasti feriti durante una colluttazione avvenuta nel Piazzale di Ponte Milvio, prima dell`inizio della partita. Sono stati soccorsi e medicati per ferite da taglio dal personale sanitario del 118.

LA QUESTURA- I due giovani - spiega la questura - sono rimasti feriti lievemente alle gambe, dopo essersi scontrati con altri tifosi laziali, ancora da identificare. Dopo esser stati medicati, non hanno avuto bisogno del ricovero in ospedale. Un terzo tifoso, questa volta laziale, è stato aggredito da due tifosi romanisti all`altezza del Ponte Duca d`Aosta e ferito al gluteo destro, mentre un gruppo di tifosi laziali che hanno lanciato numerosi petardi e bottiglie verso il cordone di polizia, schierato a protezione, è stato disperso da un alleggerimento degli agenti, senza entrare in contatto con i supporter, sottolinea la questura. Subito dopo, anche la tifoseria romanista ha tentato uno sfondamento verso i cancelli di ingresso dei laziali, ma sono stati dissuasi dallo schieramento delle forze dell`ordine. Al momento - sottolinea la questura - la situazione davanti agli ingressi dello stadio è tranquilla.

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